La solidarietà è uno dei valori più importanti che possiede il genere umano. Significa dare al prossimo, aiutare chi ne ha più bisogno e sostenere le persone che si trovano in difficoltà, dimostrando una profonda nobiltà d'animo. Può essere espressa offrendo il proprio tempo per portare avanti un’attività o azione solidale, concedendo risorse dove servono, oppure attraverso una donazione economica che si trasforma in un contributo in denaro utilissimo.
Quando si parla di solidarietà, esiste anche uno strumento potente, accessibile e gratuito che permette di aiutare concretamente, senza alcun esborso economico o di tempo. Si tratta del 5 per mille, una forma di donazione a costo zero che ogni contribuente può effettuare annualmente attraverso la dichiarazione dei redditi a realtà no profit che operano nel sociale, nella ricerca, nella cultura e nell’ambiente.
Ad esempio, nel 2024 Medici Senza Frontiere (MSF), grazie ai fondi ricevuti dalla dichiarazione dei redditi 2023, è riuscita ad intervenire nelle aree più fragili del mondo, supportando progetti a medio e lungo termine legati a malnutrizione, salute materno-infantile, supporto alla maternità e cure neonatali, trattamenti per traumi e lesioni ed emergenze ostetriche e riproduttive. Chi fosse interessato, può scoprire tutti gli interventi che MSF ha attivato grazie al 5 per mille su https://www.medicisenzafrontiere.it/sostienici/5xmille/, così da comprendere a fondo il potere di questo contributo.
Che cos’è il 5 per mille
Detta in maniera estremamente semplice, il 5 per mille è una quota pari allo 0,5% dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) che lo Stato italiano permette di destinare a Enti che svolgono attività di interesse pubblico.
Si tratta di un’imposta che va sempre e in ogni caso saldata e che, se non viene destinata altrove, va a finire nelle casse pubbliche. Per questo motivo è considerata una donazione a costo zero: una vera e propria scelta volontaria su come impiegare una parte delle tasse che già si pagano.
Scegliere di firmare per un'organizzazione specifica, quindi, non cambia il proprio carico fiscale, ma consente di decidere a chi assegnare quelle risorse, invece di lasciarle allo Stato.
A chi può essere destinato
I beneficiari del 5 per mille appartengono a diverse categorie, tutte accomunate dall'impegno verso il bene comune. Tra questi ci sono gli Enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), come associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni, enti filantropici.
Molto importanti sono anche tutte quelle realtà che si occupano di ricerca: in particolare, le categorie di riferimento riguardano gli Enti della ricerca scientifica, universitaria o sanitaria, comprese le università, gli IRCCS, i centri di ricerca pubblici e privati.
Ci sono poi le Associazioni sportive dilettantistiche con finalità di inclusione sociale e riconosciute dal CONI, gli Enti che promuovono la tutela dei beni culturali e paesaggistici e i gestori di aree protette e riserve naturali.
Infine, tra i beneficiari del 5 per mille compare anche il proprio Comune di Residenza, a patto che i fondi ricevuti vengano utilizzati per attivare progetti di natura sociale.
Gli elenchi aggiornati vengono pubblicati annualmente dall'Agenzia delle Entrate.
Come destinare il 5x1000
La procedura per destinare correttamente il 5 per mille è semplice e richiede pochi minuti. Durante la compilazione della dichiarazione dei redditi (tramite 730, Redditi PF o CU), bisogna firmare nel riquadro corrispondente alla categoria dell'ente scelto e, se si desidera, inserire il codice fiscale dell'organizzazione che si vuole sostenere.
Anche chi riceve solo la Certificazione Unica perché non è tenuto a presentare la dichiarazione (pensionati e lavoratori dipendenti) può destinare il 5 per mille compilando la scheda apposita e consegnandola in busta chiusa a un ufficio postale, a un CAF o a un commercialista.
Importante sapere che, se si firma il riquadro del 5 per mille ma non si scrive alcun codice fiscale, la quota verrà ripartita tra tutti gli enti della stessa categoria, in proporzione alle preferenze ricevute. Se invece non si firma affatto, il 5 per mille resta nelle casse dello Stato.