Attualità - 25 aprile 2025, 17:30

Il consigliere provinciale Gigantino dopo le contestazioni: "Chi mi ingiuriava si qualifica da solo. La Liberazione è la festa di tutti gli italiani"

"Ho assunto una posizione di avversione a tutti i regimi totalitaristi e dittatoriali, compreso quello stalinista”

Il consigliere provinciale Gigantino dopo le contestazioni: "Chi mi ingiuriava si qualifica da solo. La Liberazione è la festa di tutti gli italiani"

Non lascia passare che poche ore Mauro Gigantino, consigliere provinciale, per commentare quanto è accaduto questa mattina al Broletto, dove le sue parole hanno suscitato una contestazione piuttosto rumorosa.

“Un gruppo sparuto di persone – scrive Gigantino - mi ha contestato e, da ciò che mi riferiscono, persino ingiuriato, mentre parlavo di valori di libertà, pace e democrazia e di come fosse insensato monopolizzare e strumentalizzare certe ricorrenze nazionali per manifestare odio, violenza fisica e verbale”.

“La Festa della Liberazione – prosegue - è la festa di tutti gli italiani. Preciso che gli insulti e gli appellativi come "bastardo" e "fascista" e gli inviti ad andare a casa ed a morire sono iniziati dopo circa un minuto della mia allocuzione, precisamente quando stavo parlando dell'importanza della ricorrenza al pari dei moti del risorgimento e del perché fosse stata scelta la data del 25 aprile. Ho proseguito, nonostante gli improperi e le urla e senza pause parlando di impegno civico di tutti per tutelare le conquiste, che al prezzo di tante vite, abbiamo ottenuto”. “Ho ricordato – aggiunge - personaggi come Salvo D'Acquisto e gli italiani che nascondevano altri italiani di fede ebraica, di soldati che preferirono farsi internare nei lager nazisti piuttosto che collaborare con le forze nazifasciste. Ho affermato che vanno resi gli onori anche ai caduti della parte avversa, anche se sbagliata, perché difendevano la loro bandiera ed i loro ideali (credo lo disse anche Violante, quando era presidente della Camera)”.

“Ho assunto – scrive ancora il consigliere provinciale - una posizione di avversione a tutti i regimi totalitaristi e dittatoriali, compreso quello stalinista”.

“Quelli che mi ingiuriavano, che ingiuriavano soprattutto un uomo delle Istituzioni perché parla di questi argomenti si qualificano da soli. La cosa non mi colpisce, pertanto, un granché e neanche mi stupisce, mi lascia indifferente”.

E nel finale tocca la corda del sentimento paterno: “La cosa più brutta – scrive infatti - è stata veder piangere mia figlia di 9 anni, lì presente con il fratellino e con la sua classe per cantare l'Inno di Mameli e “Bella ciao” nella lingua dei segni. Mi sono staccato dal gruppo delle autorità perché non riuscivo a vederla. Era dietro una colonna. Mi ha chiesto, al termine della cerimonia: " Papà cosa hai fatto a quella gente?" "Nulla" le ho risposto, sorridendo.”

ECV

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