Novara - 01 aprile 2025, 19:00

"Novara Città in Erba": meno sfalci per più biodiversità

Circa 28.000 mq di verde cittadino saranno gestiti con sfalcio differenziato per favorire la fioritura, la biodiversità e la tutela degli insetti impollinatori. Un progetto innovativo promosso da Legambiente e il Comune di Novara, con il supporto dell’Università del Piemonte Orientale e della Fondazione Comunità Novarese

"Novara Città in Erba": meno sfalci per più biodiversità

Circa 28.000 metri quadrati di prato, più o meno il 2 % del totale della superficie dei parchi verdi della città, non saranno sfalciati con la cadenza tradizionale (in genere, a seconda dell’andamento climatico, si arriva anche a nove tagli in stagione) ma in modo “differenziato”, lasciando sostanzialmente crescere l’erba fino alla fioritura e alla produzione di seme. Le zone interessate sono: una porzione del Parco delle Betulle, la scuola ex Donnino, una porzione del parco di via Cefalonia, nonché una parte del parco delle ex Ferrovie Nord, del parco di via Fara, di via Perugia e di via Santa Caterina, oltre che alcune porzioni di aree di minor frequentazione come via Guido Rossa, il cavalcavia di San Martino e di Porta Sempione, alcune aree in via Europa, del Parco del Terdoppio e del parco Caduti di tutte le Guerre. E’ il fulcro del progetto “Novara Città in Erba”, proposto dal Circolo “Il Pioppo” di Legambiente in collaborazione con Comune di Novara, Università del Piemonte Orientale e Assa Novara e realizzato grazie al sostegno di Fondazione Comunità Novarese (attraverso un contributo di 30.000 euro). L’obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza sul valore della biodiversità e sull'importanza degli insetti impollinatori.

“La gestione delle aree verdi si è modificata negli anni: la richiesta, da parte dei cittadini, di ordine e pulizia nei parchi urbani ha prodotto un aumento del numero di tagli dell'erba per tenere il prato sempre basso e ordinato, ma purtroppo sempre più artificiale e di costosa manutenzione” -  ha spiegato Roberto Gazzola, presidente del Circolo di Legambiente il Pioppo che ha aggiunto; “i cambiamenti climatici sono una realtà che sta diventando sempre più presente e che provoca profonde dinamiche di trasformazione ed eventi estremi sempre più frequenti. Le città sono particolarmente sensibili a questi cambiamenti e sono chiamate ad adottare adeguate politiche di mitigazione e adattamento, in particolare per quanto riguarda l'aumento delle temperature e la regimazione delle acque meteoriche.  Intervenire sul “verde urbano” può essere un modo efficace e veloce per dare pronte risposte”.  Nella conferenza stampa tenuta questa mattina in Municipio, Gazzola ha spiegato che “il verde urbano è un sistema connesso alla struttura urbana e che richiede tempi di intervento e costi nettamente inferiori rispetto a quanto sarebbe necessario per raggiungere gli stessi risultati sul “grigio”: il sistema dell’edificato e delle infrastrutture ad esso collegate.  Il verde urbano è un sistema molto flessibile e modificabile e per questo deve essere privilegiato nelle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. All’interno di questo sistema la parte relativa alla copertura del suolo (i prati) è quella che può essere oggetto di modifiche gestionali con effetti immediati e costi contenuti. Adeguare la gestione dei prati (e delle aree marginali) comporta modifiche nel regime dei tagli nella stessa area e questa semplice azione può avere notevoli effetti ambientali e sulla biodiversità, incrementando il valore ecosistemico degli spazi verdi cittadini”.

Come ha spiegato il professor Mauro Cucco, zoologo dell’Università del Piemonte Orientale, il progetto consentirà anche di condure uno studio sugli insetti impollinatori urbani per verificare l'efficacia dello sfalcio ridotto.

Elisabetta Franzoni, assessore all’ambiente Comune di Novara, ha concluso ricordando come questo, con il coinvolgimento diretto dei cittadini “sia un progetto di cittadinanza attiva”. “Realizzeremo prati che non saranno zone abbandonate, ma curate e circoscritte per essere percepite come spazi di esperimenti scientifici di grande attrattiva per chi ha a cuore l’ambiente”.

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