Violenza fisica, sessuale, economica e cyberstalking: nel 2024 sono 761 le donne accolte da Telefona Rosa Piemonte. Che alla vigilia dell'8 Marzo fa un bilancio dell'attività svolta e commenta: "Non ci sono età specifiche coinvolte nella violenza maschile contro ragazze e donne: per il genere femminile, ma anche per chi le maltratta, le perseguita, le violenta, cioè uomini e ragazzi".
Oltre il 25% ha meno di 30 anni
Andando a guardare nel dettaglio l'età, il 25.23% ha meno di 29 anni: il 3.42% addirittura meno di 16 anni. Ed i numeri della violenza rimandando uno spaccato molto preoccupante: il 36,01% ha dichiarato violenza fisica, il 47,96% insulti e minacce, il 5,39% violenza sessuale e ben il 18% altre forme di violenza sessuale, comprese quelle on line. Il 13,93% riferisce di subire stalking o cyberstalking, il 63,34% dichiara violenza psicologica e infine il 33,38% patisce violenza economica.
Gelosia forma d'amore
In questo contesto si aggiunge che i ragazzi non sembrano aver coscienza di cosa sia la violenza. Secondo una ricerca della Fondazione Libellula, che ha riguardato un campione di 1.592 soggetti tra i 14 e i 19 anni di età, il 29% dei ragazzi ritiene che non sia violenza toccare una persona senza il suo consenso. Per il 20% dei maschi non è violenza chiedere con insistenza foto intime alla partner e per il 26% non è violenza baciare una persona senza il suo consenso: per il 56% dei ragazzi la gelosia è una forma di amore.
"Ci sembra quindi quanto mai opportuno - sottolinea Telefono Donna Piemonte- porsi una domanda, che è esattamente quella che caratterizza il nostro manifesto per l’8 marzo 2025: Ma ti pare normale?". "Le pari opportunità, - aggiungono - in queste condizioni, restano un obiettivo ancora lontano".
Educazione sessuale nelle scuole
In Italia al momento l'educazione all’affettività e alla sessualità non è obbligatoria nelle scuole. Un tema su cui l'associazione vuole accendere una riflessione: "Non significa affrontare solo gli argomenti legati alla biologia, alla contraccezione o al piacere, ma poter parlare anche di emozioni, di relazioni, di rispetto, di consenso, di ruoli, di civiltà e riconoscimento dell’ “altro” o “altra”".