“Un finanziamento elettorale certamente inopportuno e a nostro parere anche illecito”. Così il gruppo consiliare del Partito Democratico al Comune di Novara motiva il doppo esposto – alla Procura della Repubblica di Novara e al Collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello di Torino – contro l’assessore alla cultura, sport e turismo della Regione Piemonte, Marina Chiarelli, novarese, esponente di Fratelli d’Italia.
La vicenda risale al maggio dello scorso anno. Secondo quanto ricostruito dai consiglieri Dem, Chiarelli, all’epoca vicesindaco al comune di Novara e candidato alle elezioni regionali, ha beneficiato – come risulta dal rendiconto presentato, un contributo elettorale di 2500 euro da una cooperativa sociale con sede a Mortara, nel Pavese, la coop Silvabella. “Un contributo – ha spiegato questa mattina in una conferenza stampa il capogruppo Pd Nicola Fonzo insieme al segretario provinciale Rossano Pirovano e alle consigliere Milù Allegra, Sara Paladini e Cinzia Spilinga – che viola una precisa disposizione normativa: la legge 195/74, all’articolo 7 vieta espressamente alle cooperative sociali di versare contributi e finanziamenti sotto qualsiasi forma ai partiti. Il paradosso è che questo riferimento alle Coop si deve ad un emendamento del 2019 voluto da Fratelli d’Italia”, la cui violazione prevede la pena della reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Ma c’è di più. “Senza considerare che non si capisce bene per quale ragione una cooperativa che ha sede in Lombardia dovrebbe avere interesse alle elezioni regionali del Piemonte, è importante notare come il contributo – dettaglia il capogruppo Pd – sia stato devoluto negli stessi giorni in cui il Comune di Novara, di cui Chiarelli era vicesindaco assegnava, con affidamento diretto e senza gara, alla cooperativa stessa l’appalto per la gestione di una piscina. Vale la pena ricordare che l’assessore allo sport che ha gestito questo affidamento, Ivan De Grandis, è a sua volta un esponente di Fratelli d’Italia ed oggi è diventato vicesindaco dopo il passaggio di Chiarelli in Regione”.
“Ci siamo imbattuti in questa vicenda – concludono gli esponenti Pd – facendo il nostro lavoro di consiglieri di opposizione. Non spetta a noi stabilire se si tratti di reati: a noi sembra chiaramente di si, ma sarà la magistratura a valutare".
L’assessore Chiarelli interpellata in merito ha dichiarato: “Confido pienamente nelle istituzioni e nella correttezza delle procedure seguite, così come nella serietà degli organismi preposti alla verifica della trasparenza delle campagne elettorali. Tutte le donazioni ricevute sono state regolarmente dichiarate nel rispetto delle normative vigenti, senza alcuna irregolarità né la creazione di fondi occulti. Trovo singolare e strumentale l’attacco del Partito Democratico, che anziché affrontare con serietà il dibattito politico e confrontarsi sui temi che interessano davvero i cittadini, ha preferito costruire un caso mediatico. Il contributo in questione, di 2.500 euro, è stato deliberato nella massima trasparenza dal consiglio di amministrazione della società, rendicontato e nessun organismo preposto ha riscontrato irregolarità. È evidente che il PD cerca di distogliere l’attenzione dai problemi reali che le persone affrontano ogni giorno senza contestare nel merito la mia azione amministrativa, ricorrendo a strumentalizzazioni che nulla hanno a che fare con la buona amministrazione e la tutela dell’interesse pubblico. Il mio impegno resta immutato: continuerò a operare con serietà, trasparenza e dedizione, nel pieno rispetto delle regole. I cittadini meritano risposte concrete e soluzioni ai loro problemi, non sterili polemiche alimentate da chi preferisce la propaganda al lavoro serio per il bene comune”.