E’ tornato oggi a farsi vivo su Instagram il giovane "urban climber" che nei giorni scorsi ha fatto molto parlare di se' per aver scalato nottetempo la Cupola di Novara dopo essersi introdotto nella basilica di San Gaudenzio, sul cui tetto poggia la guglia opera di Alessandro Antonelli, che si erge fino a 121 metri di quota.
Dedelate , sul suo profilo seguito da ben 242 mila follower, ha voluto dire la sua con due storie. Nella prima riporta il passaggio di uno dei tanti articoli che lo riguardano usciti in tutta Italia e in cui si fa riferimento a precedenti denunce a suo carico per danneggiamento dopo la salita alla Madonnina sul Duomo di Milano: "Non ho mai rotto/causato danni a nessun edificio, sembra incredibile che possano scrivere quello che vogliono senza alcuna prova".
E nella seconda storia, ripostando una foto che lo ritrae all'interno della Basilica quando ormai era stata chiusa al pubblico, aggiunge: “Mi preoccuperei più del fatto che un ragazzino sia riuscito a intrufolarsi. E chissà cosa avrebbe potuto fare qualcun altro li dentro".
Proprio a proposito della modalità con cui il giovane è riuscito ad accedere alla basilica, secondo una delle ipotesi più accreditate e avvalorate da alcuni elementi emersi dalle indagini, Dedelate si sarebbe nascosto in chiesa durante un funerale celebrato nel pomeriggio, attendendo che la chiesa venisse chiusa, per poi agire indisturbato. Su questa ipotesi come sulla supposizione che il giovane possa essere stato aiutato da qualcuno stanno lavorando la Polizia locale e la Polizia di Stato. Il Comune di Novara, che è proprietario della chiesa e della cupola, ha infatti depositato alla Questura di Novara una denuncia.
La vicenda sta suscitando molto eco in città, ed avrà un seguito anche politico amministrativo: il gruppo consiliare del Partito Democratico, all’opposizione a Novara ha depositato una interrogazione chiedendo chi avrebbe dovuto vigilare, come mai alcune porte non erano chiuse e chi avrebbe dovuto provvedere e quali provvedimenti il comune sta assumendo per evitare emulazioni.