“Sono già 1.000 le vittime sul lavoro nel nostro Paese da inizio 2024 a fine novembre. E manca ancora un mese per chiudere il tragico bilancio di fine anno. I numeri parlano di un incremento degli infortuni mortali rispetto al 2023: erano infatti 968 a fine novembre del 2023. Stiamo parlando dunque di 32 vite spezzate in più nel 2024”. Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega di Mestre, commenta alcuni dei più significativi passaggi dell’ultima dettagliata analisi – aggiornata al 30 novembre 2024 -dell’emergenza realizzata dal proprio team di esperti.
Per quanto riguarda la provincia di Novara, il territorio rimane in zona bianca, in cui cioè l’incidenza infortunistica è inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale. I casi totali I casi totali verificatisi nel 2024 nel novarese sono tre, con un indice di incidenza pari a 18,5 (dato dal numero di infortuni mortali per milione di occupati), su un totale di 162.457occupati.
Anche la regione Piemonte si classifica in zona gialla: i casi totali di morti sul lavoro sono 48, con un indice di incidenza pari a 26,7 su un totale di 1.800.862 occupati.
Il rischio di morte regione per regione
A finire in zona rossa a fine novembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 31,0 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione: Molise, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria. In zona gialla: Liguria, Abruzzo, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. In zona bianca: Veneto e Marche.
Rischio maggiore per i lavoratori stranieri
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre nel 2024 sono 164 su un totale di 731, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Il fenomeno infortunistico per fasce di età
L’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 131,5), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 49,7). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (254 su un totale di 731).
Il settore delle costruzioni rimane il più colpito
Alla fine di novembre del 2024 è ancora il settore delle costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 147. Seguito da trasporti e magazzinaggio (99), dalle attività manifatturiere (94) e dal commercio (51).