I giovani italiani espatriati si dicono riluttanti a tornare nel loro paese di origine, con solo il 16% che immagina un rientro in Italia nei prossimi tre anni. Questo è quanto emerge dalle indagini della Fondazione Nord Est, secondo le quali gli expat vedono il futuro con maggiore ottimismo e credono nella possibilità di valorizzare le proprie capacità in contesti esteri, rispetto ai loro coetanei rimasti nel Nord Italia.
La meritocrazia gioca un ruolo centrale per i giovani italiani all’estero. L’85% degli expat ritiene che negli altri paesi avanzati ci siano più possibilità di essere riconosciuti per il proprio impegno e talento, una cifra decisamente più alta rispetto al 54% di giovani che rimangono in Italia. Per molti, la mancanza di meritocrazia è stata una delle principali motivazioni per cercare opportunità altrove, con il 68% degli espatriati che si è trasferito per ragioni di lavoro o studio, alla ricerca di migliori condizioni salariali e formative.
La percezione del futuro cambia in modo significativo tra chi vive in Italia e chi è all’estero. Nove giovani expat su dieci pensano che il loro destino dipenda dal proprio impegno, mentre meno del 60% dei residenti in Nord Italia condivide questa convinzione. Inoltre, due terzi degli espatriati immaginano un futuro felice e ricco di opportunità, mentre solo il 30% dei giovani rimasti in patria ha una visione altrettanto ottimista.
Per quanto riguarda il futuro dell’Italia, il 59% dei giovani expat pensa che evolverà negativamente, un dato superiore rispetto al 48% dei residenti italiani che la vedono in modo simile. A fronte di un panorama nazionale che ispira meno fiducia, molti espatriati credono che l’Europa offra prospettive migliori, con il 37% che prevede uno sviluppo positivo del continente.
Chi immagina un ritorno in Italia lo farebbe principalmente per ragioni personali o familiari, con il 74% degli expat che cita il desiderio di riavvicinarsi agli affetti o per nostalgia. Solo il 7% considererebbe il rientro in Italia motivato da nuove e migliori prospettive di lavoro, un dato che conferma come molti continuino a vedere poche possibilità di avanzamento professionale nel proprio paese.
Per il 50% dei giovani espatriati, la carriera sarà guidata ovunque si presentino le migliori opportunità, con un terzo di loro convinto di voler rimanere all’estero a lungo.