La segnaletica turistica potrà avere doppia denominazione, in italiano e in piemontese, utilizzando toponimi conformi alle tradizioni linguistiche del luogo, nel rispetto delle norme del Codice della strada. È una delle novità introdotte dalla legge di modifica al testo unico sulla cultura (l.r. 11/2018), che inserisce una serie di elementi per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico e dialettale piemontese.
Il provvedimento, approvato a maggioranza dal Consiglio regionale, prevede la stipula di una convenzione tra la Regione e l'Ufficio scolastico regionale per svolgere nelle scuole attività didattiche extra curriculari e facoltative per l’apprendimento orale e scritto di tale patrimonio, tenute da docenti con un’adeguata conoscenza linguistica, verificata sulla base di criteri definiti nella convenzione stessa. Inoltre, forme di collaborazione con gli atenei piemontesi e con associazioni, istituti e centri culturali e universitari, per promuovere la ricerca storica e scientifica su lingue e dialetti, anche attraverso borse di studio per tesi di laurea.
Istituisce, infine, la Consulta per la valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e dialettale del Piemonte con compiti di osservatorio e funzioni propositive e consultive nei confronti della Giunta.
Per il primo firmatario e relatore di maggioranza, Andrea Cane (Lega) “le lingue e i dialetti storicamente parlati nella nostra regione sono un elemento qualificante della nostra identità ma anche delle diversità culturali di un territorio e questa legge ha l’obiettivo di incentivarne la conoscenza e l’uso, non perché lo vuole un partito ma perché sono parte integrante della nostra storia”.
Diego Sarno (Pd), relatore di opposizione, pur apprezzando l’accoglimento nel testo di alcune delle richieste avanzate, ha ribadito contrarietà rispetto all’impianto di una legge “né urgente né utile per il Piemonte. Ne verificheremo andamento ed efficacia, soprattutto in relazione allo svolgimento di lezioni in dialetto”.
“Se è vero – prosegue il consigliere dem – che l’impianto teorico su cui si basa la legge è perlopiù condivisibile, e d’altronde questa si appoggia su una legge voluta dalla Giunta Chiamparino e frutto di un lavoro che ha coinvolto associazioni, enti istituzionali e questa stessa Aula, è vero anche che il modo in cui questa legge vuole tutelare e diffondere la cultura piemontese, che è fondamentale proteggere come elemento ulteriore su cui costruire senso di comunità e di appartenenza, è foriero di gravi errori. Vogliamo davvero che la segnaletica stradale reciti “bugia nen” invece che “stop”? E’ questo ciò cui ambiamo per la nostra regione, parte dell’Unione Europea? Ecco perché ho proposto un emendamento che salvaguarda il piemontese per i cartelli turistici, ma senza prevederlo per quelli stradali.”
La legge è stata votata al termine di un serrato dibattito nel quale i consiglieri di Lega, Pd, Monviso, M5s, Luv, M4o ed Europa Verde hanno espresso le diverse posizioni.
Alle attività previste saranno riservati 80 mila euro delle risorse del bilancio regionale destinate al comparto cultura.