Ogni anno, il 25 aprile, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra l'anniversario della Liberazione, rendendo omaggio a chi ha combattuto per la democrazia e la libertà. Quest'anno, come nelle edizioni precedenti, ha scelto di ricordare il sacrificio dei partigiani nelle montagne piemontesi, luoghi simbolo della lotta contro il nazifascismo. A Cuneo, infatti, Mattarella ha ripreso le parole di Piero Calamandrei, il quale nel 1955 dichiarò: “Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani...”.
Le montagne di Cuneo sono diventate il cuore della Resistenza, un luogo sacro dove migliaia di uomini e donne hanno lottato per la libertà, affrontando sacrifici inenarrabili. La provincia è una delle più significative per il movimento partigiano, avendo visto cadere migliaia di combattenti e registrato centinaia di medaglie al valor militare. Durante la cerimonia, Mattarella ha sottolineato l'importanza di queste terre nella costruzione della nostra Repubblica, affermando che proprio da qui è nata la democrazia italiana. La sua riflessione si è concentrata sul valore etico della Resistenza, un movimento che ha saputo trasformare la lotta contro la dittatura in una battaglia per la dignità di ogni cittadino.
Ma la montagna non è solo il simbolo della resistenza armata: è anche il luogo dove è nata una nuova coscienza civile. Nei suoi discorsi, il Presidente ha ricordato come la Resistenza civile e la solidarietà siano state fondamentali per la nascita della Repubblica. Migliaia di persone hanno rischiato la propria vita per nascondere soldati alleati, aiutare le persone perseguitate e diffondere propaganda antifascista. Questo impegno collettivo ha permesso al popolo italiano di rimanere unito anche nei momenti più bui.
Nel corso degli anni, Mattarella ha ripetuto più volte l’importanza della memoria, non solo per onorare il passato, ma per custodire i valori che hanno fondato la Repubblica. Nel 2016, durante il discorso per il 71° anniversario della Liberazione a Varallo, ha ricordato le prime zone libere nate nelle montagne piemontesi, simbolo della lotta per una Italia democratica. Anche allora, ha messo in risalto come il 25 aprile non fosse solo la fine della guerra, ma l'inizio di un lungo processo di ricostruzione della democrazia.
Nel suo discorso del 2024, a Civitella in Val di Chiana, in occasione del 79° anniversario della Liberazione, il Presidente ha ancora una volta sottolineato l'importanza della Resistenza civile, in cui non solo i combattenti armati, ma ogni cittadino, anche senza armi, ha contribuito a costruire una nuova Italia. Ha parlato della rinascita del protagonismo delle donne, sottratte finalmente al ruolo subalterno imposto dal fascismo, un aspetto che ha segnato in modo indelebile la storia della Resistenza e della Repubblica.
Il 25 aprile, dunque, non è solo una data da celebrare, ma un impegno da rinnovare ogni anno. Le montagne che hanno visto i sacrifici dei partigiani ci ricordano che la libertà è un valore che va difeso ogni giorno. Concludendo i suoi discorsi, Mattarella ha ribadito che la Resistenza e il 25 aprile sono la radice della nostra Repubblica e della nostra democrazia, valori che dobbiamo mantenere vivi, soprattutto di fronte alle sfide contemporanee. La memoria di questi luoghi e di queste persone, ha dichiarato il Presidente, è il fondamento della nostra identità nazionale, un'identità che si costruisce ogni giorno grazie all'impegno e alla consapevolezza di ciascuno di noi.