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Attualità | 24 aprile 2025, 15:20

Celebrare il 25 "con sobrietà", Cgil Novara Vco non ci sta: "Ogni anno una scusa nuova, questa data dà fastidio"

"Non modifichiamo le manifestazioni, ma festeggiamo. La libertà non è mai stata sobria. È stata urlata, rischiata, scomposta, disobbediente"

Celebrare il 25 "con sobrietà", Cgil Novara Vco non ci sta: "Ogni anno una scusa nuova, questa data dà fastidio"

Ha fatto molto discutere l’appello del ministro Musumeci a celebrare il 25 aprile “con sobrietà”, per rispettare i cinque giorni di lutto nazionale che il governo italiano ha proclamato per la morte di Papa Francesco. Tra coloro che non hanno gradito l’invito del ministro, sostenendo che si tratti dell’ennesima scusa della destra al governo di far passare sotto silenzio una festa, quella della liberazione, da sempre poco gradita, c’è anche la Cgil Novara e Vco. Quest’ultima ha infatti diffuso una nota nella quale invita tutti i cittadini a non rimanere in silenzio e, anzi, celebrare come si è sempre fatto una ricorrenza importante quale l’80° anniversario della Liberazione. Queste le parole di Cgil Novara e Vco:

“Non fate troppo rumore, mi raccomando. Non sventolate troppe bandiere, non cantate troppo forte. Quest’anno il 25 aprile va celebrato “con sobrietà”, parole del Governo. Questa volta l’alibi è di quelli solenni: cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco. E chi osa eccepire? Nessuno, ovviamente. E invece eccoci qui, ancora una volta: il 25 aprile va festeggiato in punta di piedi, come si entra in una stanza dove dorme il potere. Il copione è noto: ogni anno una scusa nuova, ma la trama è sempre la stessa. Questa data dà fastidio. È un giorno che puzza di resistenza, di scelta, di memoria non addomesticata. E quindi va moderato, sterilizzato, ridotto a cerimonia con palchetto e cravatta, possibilmente sotto la pioggia e con l’inno nazionale suonato in minore. Sobrietà. Che bel modo per dire: “Fate finta, ma non credeteci troppo”. La stessa sobrietà che non è mai richiesta per le sagre del sovranismo, per le marce militarizzate del patriottismo a gettone o per i comizi in cui si grida al tradimento della patria ogni due per tre. Là, tutto va bene. Ma quando si tratta di ricordare chi ha combattuto davvero per questa Repubblica, allora calma e tono basso: non sia mai che qualcuno si emozioni. E poi c’è l’ironia finale: usare Papa Francesco – che ha difeso migranti, parlato di giustizia sociale e attaccato l’ipocrisia del potere – come pretesto per silenziare proprio la festa della Liberazione. Un capolavoro di capovolgimento semantico, roba da “manuale Orwell” rivisto da un social media manager con l’orticaria per la democrazia. Noi però, anche stavolta, ci saremo. Per ricordare che la libertà non è mai stata sobria. È stata urlata, rischiata, scomposta, disobbediente. Come chi ha scelto di salire in montagna e di non voltarsi dall’altra parte. Perciò il 25 aprile lo celebriamo nella maniera di sempre. Con rispetto per chi è morto, certo, ma anche con gioia per chi ha fatto rinascere questo Paese. Per questo invitiamo tutte le realtà – istituzionali e non – che hanno organizzato iniziative in occasione di questa ricorrenza a non modificare i programmi e a festeggiare; la Cgil, come è solita fare da 80 anni a questa parte, sarà nelle piazze, nei cortei, in tutti i momenti fissati che non vanno ridimensionati e, ancor meno, annullati. Perché se oggi possiamo anche solo permetterci di parlare di sobrietà è grazie a chi, ottant’anni fa, non fu sobrio per niente”.

l.b.

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