Il mondo piange Papa Francesco. Sua santità si è spento alle 7.35 di oggi, lunedì 21 aprile, all'età di 88 anni. Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, era ricoverato al policlinico romano da diversi giorni a causa di un'infezione alle vie respiratorie.
Un quadro clinico che nei primi giorni, nonostante la sua complessità, aveva lasciato trapelare ottimismo, fino all'aggravarsi delle condizioni. Poi il miglioramento, la prognosi sciolta, l'uscita dal Policlinico Gemelli e il ritorno in pubblico, compresa la sua comparsa ieri nella domenica di Pasqua. Prima di un nuovo rapido peggioramento nelle scorse ore, quando il 265esimo successore di Pietro ci ha lasciato.
Il Cardinale Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa.
Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
Il legame con il Piemonte
Nato il 17 dicembre del 1936 nel barrio di Flores, a Buenos Aires, come primogenito di cinque figlio da genitori italiani dell'Astigiano con una nonna originaria di Piana Crixia ed emigrati negli anni '20 del Novecento per cercare maggior fortuna, Jorge Mario Bergoglio era salito al Soglio Pontificio il 13 marzo 2013 dopo le dimissioni di Papa Benedetto XVI.
Diplomatosi perito chimico, in gioventù aveva svolto alcuni lavori prima di entrare, all'età di 22 anni, in seminario cominciando il noviziato con la Compagnia di Gesù diventando missionario. Ordinato sacerdote nel 1969, dopo essersi laureato in filosofia e aver insegnato, diventa rettore della facoltà di Teologia e Filosofia all'università di San Miguel proseguendo una carriera ecclesiastica che lo porterà prima, nel 1992, a essere ordinato vescovo ausiliario della capitale argentina da Papa Giovanni Paolo II e quindi, nel 1998, a diventare cardinale e primate d'Argentina.
Dall'Argentina a Roma
Il suo ministero lo portò nel 2005 a capo della Conferenza Episcopale argentina e quindi, otto anni più tardi, al Conclave romano che lo elesse e dopo il quale scelse Francesco come nome da pontefice, a rappresentare quello stile pastorale che lo aveva sempre contraddistinto anche da capo della chiesa argentina: uno spirito di grande semplicità (era solito muoversi coi mezzi pubblici nella sua città anche una volta creato cardinale) e vicinanza ai più poveri.
Il suo segno all'interno della Chiesa
Diverse le riforme della Chiesa attuate in questo solco, tra cui quella delle finanze del Vaticano e quella della Curia romana, oltre alle diverse encicliche pubblicate anche dedicate a temi non prettamente ecclesiastici come la “Laudato Sì”, nella quale esprime la sua preoccupazione per l'ambiente e il cambiamento climatico. Il suo impegno si è poi rivolto al tema della famiglia, lasciando spazi di dialogo e mediazione coi cambiamenti della società, mettendo innanzi a tutto il rispetto, sia della teologia cristiana che delle persone.