“Negli ultimi vent'anni nel nostro paese c'è stato un progressivo definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale che ha avuto un'unica eccezione, quella del biennio della pandemia. Nel prossimo anno si arriverà ad un al 6,2% del Pil rispetto a una media europea che è del 7 e mezzo con picchi in Francia, che è sopra l'8%, e in Germania che arriva quasi al 10%. Con scelte di questo tipo si legge molto bene in trasparenza la volontà di ridurre gli spazi di intervento del pubblico per favorire una privatizzazione strisciante”. Lo ha detto questa mattina Michele Vannini, segretario nazionale della Cgil Funzione Pubblica, parlando a margine di una assemblea dei lavoratori dell’Ospedale Maggiore di Novara convocata in vista delle elezioni per le RSU del comparto del lavoro pubblico in programma il 14,15 e 16 aprile.
Vannini, introdotto da Paolo Del Vecchio, segretario generale della FP Cgil di Novara e del Vco e da Guido Catoggio, segretario regionale, ha affrontato a largo spettro le questioni aperte del settore sanitario. A parfire dal tema del rinnovo contrattuale, uno dei punti cardine della discussione in vista delle elezioni. In proposito sia il segretario nazionale che quelli territoriali hanno ribadito il no della Cgil alla bozza di rinnovo proposta dal governo “che – hanno detto - ci chiede di fatto di avallare una diminuzione del potere d'acquisto di 10 punti percentuali” Parlando del problema delle liste d’attesa, Vannini ha sottolineato come a suo parere “dipenda da un'altra cosa che noi denunciamo da anni e cioè dal fatto che nella sanità pubblica manca personale: noi da anni chiediamo un piano straordinario di assunzioni. Il ministro Schillaci due giorni prima della presentazione in Parlamento della legge di bilancio ha rilasciato un'intervista nella quale aveva annunciato in pompa magna l’assunzioine di 30.000 fra medici e infermieri nel corso del 2025. Salvo poi verificare due giorni dopo quando la legge dal suo governo è stata presentata in Parlamento che quella misura non c'era più”.