A cinquant’anni dal rapimento e dalla morte di Cristina Mazzotti la diciottenne lombarda sequestrata ad Eupilio, Como, la sera del 30 giugno 1975, tenuta prigioniera nel novarese in una buca a Castelletto Ticino e poi a Galliate, poi uccisa con una dose massiccia di tranquillanti e sepolta in mezzo ai rifiuti di una discarica, il comune in riva al Ticino intitola una via alla giovane donna, primo caso di vittima di mafia in un rapimento con mandanti in Calabria, e esecutori materiali al Nord.
L’intitolazione è in programma domani mattina, nel contesto delle celebrazioni della Giornata della Memoria e dell’impegno promossa da Libera. Alla cerimonia, con le autorità locali saranno presenti i familiari di Cristina l'ex magistrato Corrado Canfora, sostituto procuratore a Novara all’epoca dei fatti e primo Pm al processo celebrato tra il 1976 e il 1977. Sarà presente anche Cristina Ceruti autrice di una tesi di laurea sul caso Mazzotti e i vertici di Libera Novara.
Sul caso Mazzotti è in corso in questi mesi a Como un nuovo processo che punta a chiarire alcune delle ombre rimaste sul caso.