Anche quest’anno, la White Coat Ceremony ha segnato un momento cruciale per gli studenti di Medicina e Chirurgia dell’Università del Piemonte Orientale (Upo). L’emozionante rito di passaggio si è svolto in due giornate: il 25 febbraio ad Alessandria, presso l’Aula Magna del Complesso universitario del Disit e il 27 febbraio a Novara, nell’Aula Magna del Campus Perrone.
Per 82 studenti di Alessandria e 112 di Novara, l’evento ha rappresentato il primo contatto con il mondo della clinica. Dopo due anni di studio delle materie pre-cliniche, hanno finalmente indossato il camice bianco, simbolo della professione medica, e si sono affacciati alla realtà dell’attività in corsia. Un momento simbolico, carico di emozione, che sancisce l’ingresso in una nuova fase del loro percorso accademico e professionale.
Questa cerimonia non è solo una tradizione accademica – nata nel 1993 alla Columbia University di New York e introdotta all’UPO nel 2011 – ma rappresenta anche il forte legame tra l’Università e il sistema sanitario territoriale. L’UPO collabora con due importanti strutture ospedaliere, che affiancano gli studenti nella loro formazione pratica: l’Azienda Ospedaliera “Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” di Alessandria, che ha co-organizzato l’evento del 25 febbraio, e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, storica partner dell’Ateneo.
Presente a entrambe le cerimonie, il rettore Menico Rizzi ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione, evidenziando come l’Ateneo sia impegnato a rafforzare il proprio ruolo nella formazione medica e nella ricerca scientifica. Un impegno che guarda anche al futuro, con la prospettiva di contribuire alla nascita di Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) nel Piemonte orientale.
Un momento significativo della cerimonia è stata la lectio magistralis, che quest’anno ha visto l’intervento di due figure accademiche di spicco: il professor Gian Carlo Avanzi, rettore emerito dell’UPO, e il professor Emanuele Albano, emerito di Patologia generale. I due docenti, introdotti dalla professoressa Sandra D’Alfonso, responsabile del corso di Medicina e Chirurgia, e dal presidente della Scuola di Medicina, Renzo Luciano Boldorini, hanno offerto due prospettive diverse e complementari sul percorso medico.
Il professor Avanzi ha raccontato un caso clinico per mettere in luce le implicazioni scientifiche, etiche e giuridiche che ogni medico affronta nel proprio lavoro quotidiano. Il professor Albano, invece, ha sottolineato quanto sia fondamentale che la pratica clinica continui a essere affiancata dalla ricerca di laboratorio, perché solo così è possibile far avanzare la medicina.
Non sono mancate le emozioni da parte degli studenti, che hanno vissuto la cerimonia con grande partecipazione. A dare voce alle loro sensazioni sono state le rappresentanti delle due coorti del terzo anno, Letizia Massone per Alessandria e Giada Zanetta per Novara, che hanno espresso la gioia e l’orgoglio di questo importante traguardo.
Indossare il camice bianco è molto più di un gesto simbolico: è un impegno verso il futuro, un primo passo concreto verso la professione medica. Da oggi, questi duecento giovani iniziano un nuovo capitolo della loro formazione, con la consapevolezza che la medicina non è solo una scienza, ma anche una missione fatta di studio, passione e responsabilità.