Il progetto di Scrittori&giovani porta in carcere un libro dedicato al rapporto tra sport e Shoah, attraverso la vicenda dell'allenatore di calcio Árpád Weisz, raccontata da Giovanni Cerutti nel volume L’allenatore ad Auschwitz. Martedì 21 gennaio alle 15 l'autore sarà alla Casa Circondariale di Novara in via Sforzesca 49, per incontrare i detenuti a partire dalla lettura del libro, grazie alle copie donate dal festival.
L’allenatore ad Auschwitz. Árpád Weisz: dai campi di calcio italiani al lager
L’ungherese Árpád Weisz, tra i più grandi allenatori degli anni trenta, colui che introdusse per primo gli schemi nel campionato italiano, fu commissario tecnico dell’Inter (dove scoprì Giuseppe Meazza) ma anche del Novara e del Bologna, fino all’espulsione dall’Italia, in seguito alle leggi razziali, e alla tragica fine nel lager di Auschwitz. La sua vicenda ha tratti non comuni che meritano di essere approfonditi. Queste pagine illuminano il periodo italiano ricostruendo con precisione il ruolo che ebbe Weisz nello sviluppo del “sistema”, che in quegli anni stava mutando definitivamente la fisionomia del calcio sullo sfondo dell’affermazione del professionismo. Una testimonianza e una riflessione sull’eredità della shoah e sull’importanza della memoria, che coinvolge nel dramma anche lo sport.
Giovanni A. Cerutti, storico e saggista, direttore della Fondazione Marazza di Borgomanero, è cultore della materia in Scienza politica all’Università degli studi di Milano. Per Interlinea ha scritto L'allenatore ad Auschwitz. Árpád Weisz: dai campi di calcio italiani al lager e ha curato De Andrè il corsaro, di Michele Serra, Fernanda Pivano e Cesare Romana, Bob Dylan. Play a song for me, Quel Natale nella steppa, Cantautori a Natale e Ma la fortuna dei poveri dura poco.
«Ogni singola storia che emerge dalla vicenda dello sterminio è irredenta e irredimibile. Non ci sono significati umani che le possano riscattare».