“A tutta velocità verso il commissariamento: ecco lo stato dell’arte della sanità piemontese, terminati i fuochi della propaganda da campagna elettorale del 2024”. Sono parole di Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva in Senato, che tramite un post condiviso sui social commenta i dati dei consuntivi delle Asl della regione Piemonte di fine 2024, dai quali risulta un passivo di oltre 700 milioni di euro.
“Stanno arrivando i primi consuntivi delle Aziende Sanitarie piemontesi di fine anno, e il quadro è da brividi – spiega infatti Borghi -. Quando mancano ancora i dati di alcune importanti strutture (Asl Torino 5, Alessandria, Novara ospedale, Cuneo 2), si registra un passivo di 702 milioni come si desume dalla lettura dei bilanci deliberati dalle 14 aziende che hanno già pubblicato i consuntivi. Quindi, il buco di bilancio è destinato a salire. Vogliamo finalmente guardare in faccia alla realtà, anziché attardarci tra inaugurazioni autocompiacenti e comunicazione obnubilante?”.
“In base alla legge – prosegue il senatore ossolano - quando il disavanzo annuale supera il 5% del finanziamento della quota del fondo sanitario nazionale, scatta il commissariamento. Per il Piemonte, euro più euro meno, significa superare l’asticella dei 475 milioni di disavanzo. Ora ce ne sono già 700 sul tavolo, con una cifra destinata a dilatarsi. In Piemonte ci ricordiamo cosa accadde tra il 2010 e il 2017, quando la giunta Cota ci portò al commissariamento: blocco del turnover, decisioni tutte trasferite a Roma, congelamento della situazione, tagli ai servizi”.
“È una situazione che è dietro l’angolo – sottolinea Borghi -. Che ha una responsabilità politica molto precisa in capo al presidente della regione Piemonte, che forse ora finirà con la politica del taglio del nastro e inizierà finalmente ad esercitare la funzione per la quale è stato eletto, e alla maggioranza che lo sostiene, che in questi anni è andata in lungo e in largo per il Piemonte a esaltare ogni spinta populista e localista col risultato di far saltare ogni programmazione”.
Borghi evidenzia come la situazione più critica sia quella del Verbano Cusio Ossola: “Il caso più eclatante in tal senso è l’azienda sanitaria del Vco. La più piccola del Piemonte, con un disavanzo mostre di 64,4 milioni, un ospedale plurisede diviso su due plessi distanti 40 km tra loro che fa acqua da tutte le parti nonostante l’abnegazione dei sanitari, l’abbandono del progetto dell’ospedale unico che era (ed è) l’unica proposta sensata per rimettere in bolla la situazione, e il festival del gettonista e delle relative cooperative che incassano in un anno qualcosa come 15 milioni di euro per tappare i buchi”.
“Il populismo – conclude il senatore - è come una cambiale firmata: prima o poi, arriva sempre all’incasso. Ed ora è il turno del Piemonte”.