Quando si pianificano gli insediamenti logistici, come fa la Pdl 54, “bisogna tenere conto dell’aspetto economico e dell’occupazione”, considerando il concetto di “sostenibilità integrale e quindi non solo ambientale, ma anche sociale a tutela dell’ambiente”, per valutare meglio quali possano essere le ricadute a 360 gradi. Lo hanno detto i rappresentanti delle organizzazioni economiche e delle associazioni competenti in materia logistica e trasporti intervenuti, insieme ad Ance Piemonte, alle consultazioni della seconda commissione, presieduta da Mauro Fava, appunto sulla proposta di legge 54 che si occupa degli insediamenti sovracomunali, superiori ai 4 ettari. Alla riunione era presente l’assessore regionale alla programmazione territoriale Marco Gallo.
I rappresentanti della federazione autotrasportatori italiani e della associazione piemontese degli spedizionieri, autotrasportatori e corrieri e della Confcommercio hanno chiesto di non aumentare ulteriormente i costi alle imprese che si devono insediare. È stata pure rilevata l’importanza di avere uniformità di disposizioni rispetto alle regioni limitrofe, come la Lombardia, riguardo alla quale la norma piemontese potrebbe essere migliorativa. Andrebbe anche approfondito il limite dei quattro ettari per definire la rilevanza sovracomunale dell’insediamento logistico. È stata suggerita l’opportunità di consultare le associazioni imprenditoriali, vista la complessità della materia, che darebbe luogo a diversi tipi di logistica in base alle tipologie aziendali.
Il primo firmatario del provvedimento, Domenico Rossi (Pd), ha affermato la necessità di tornare a governare il processo che porta agli insediamenti logistici, fatta salva la disponibilità a discutere le varie disposizioni della proposta di legge.
La commissione ha poi consultato anche le rappresentanze sindacali, delle associazioni ambientaliste e degli ordini professionali. Per Cgil e Cisl quello della logistica in Piemonte è “un settore piuttosto frammentato, in continua trasformazione”. Pur essendo una regione estremamente interessante per i nuovi insediamenti, “ci troviamo di fronte a ritardi che la proposta di legge si propone almeno in parte di colmare. È fondamentale individuare criteri rigidi per insediamenti ambientalmente e socialmente sostenibili e programmare per tempo le politiche di previsione e accompagnamento dei mutamenti in corso coinvolgendo tutti gli attori”.
Italia nostra e Legambiente, pur apprezzando il provvedimento, hanno annunciato la presentazione di modifiche e di articoli alternativi “soprattutto per quanto riguarda la tutela del paesaggio, della vocazione territoriale, come quella risicola del Vercellese e del Novarese, l’importanza della Valutazione ambientale strategica e le deroghe alle soglie del consumo di suolo, già molto alte”. Il comitato regionale geometri ha espresso “vivo apprezzamento” per la Pdl, chiedendo che “venga armonizzata con la nuova legge urbanistica, di cui il Piemonte necessita” e ha annunciato alcune integrazioni al provvedimento, “auspicando l’apertura di tavoli di confronto con i soggetti interessati”.
Analoghi apprezzamenti sono stati espressi dall’istituto nazionale di urbanistica e dalla federazione regionale degli architetti. Il rappresentante dell’Istituto nazionale di urbanistica, in particolare, ha sottolineato “l’importanza di demandare la logistica alla pianificazione d’area vasta, provinciale e della città metropolitana”.
Il primo firmatario Rossi ha detto di apprezzare e di tenere in debito conto tutte le osservazioni, dichiarando che “si tratta di un provvedimento proposto dall’opposizione, nato dall’aver assistito in questi anni allo sviluppo incontrollato di un settore che ha in parte stravolto la natura e la vocazione del territorio”.