Morea,
ho letto la tua lunga lettera con attenzione, perché credo fermamente che ogni critica, anche quella più dura, possa contenere elementi utili per riflettere e crescere. Tuttavia, con tutta la buona volontà, non ho trovato una parola, un pensiero che consenta una riflessione seria. Ciò che emerge dalle tue parole non è una volontà costruttiva, ma un attacco personale che, più che chiarire, punta a delegittimare e a infangare. Proprio come ho denunciato nella mia lettera aperta agli Ortesi.
Ti guardi allo specchio e ti rendi conto, tu si di essere insicuro, arrogante e di aver tradito, e allora cosa c’è di più facile che spostare questi giudizi su di me, quasi come un atto liberatorio. Poi perché insicurezza? Forse perché sono una donna e nel vostro armamentario culturale la donna è sempre e comunque insicura, debole e, in fondo, inferiore all’uomo? Ho poco altro da aggiungere a tanta bassezza, si commenta da sola. Giusto qualche riflessione:
Il fallimento di cui parli
Un Consiglio Comunale che si dimette in massa non rappresenta automaticamente il fallimento del sindaco, ma può essere il segnale di un’incapacità collettiva di collaborare e dialogare. Le decisioni difficili che ho preso erano guidate esclusivamente dal desiderio di modernizzare la gestione del Comune e di renderla più trasparente e professionale.
Questa la differenza tra il buon amministratore e il politicante.
La figura del comunicatore
Scegliere di affidarsi a un professionista della comunicazione non è un segno di insicurezza, ma una scelta strategica. Il ruolo di un sindaco non è solo quello di ascoltare i cittadini (cosa che ho sempre fatto), ma anche di rendere accessibili e comprensibili i progetti e le scelte amministrative. Non solo, attraverso la figura del comunicatore si intendeva portare Orta nei circuiti istituzionali ed economici nazionali e internazionali per accrescere il valore del brand “Orta San Giulio”. Forse avresti dovuto valutare i risultati del lavoro, non la provenienza geografica della persona incaricata.
I presunti atteggiamenti autoritari
Essere decisionisti non significa essere autoritari. È vero, in alcune situazioni ho dovuto prendere decisioni rapide e definitive, perché il bene della comunità lo richiedeva. Non si può sempre mediare, soprattutto quando ciò significherebbe compromettere l’efficacia dell’azione amministrativa.
Le insinuazioni personali
Le tue accuse sul mio stile di vita, sulle scelte estetiche del mio ufficio o sul mio modo di rapportarmi con i cittadini non sono argomenti degni nemmeno di una risposta. Proprio da questi beceri passaggi emerge la tua vera natura: invidioso e astioso. Parli di democrazia, ma poi ti affidi a insinuazioni e giudizi personali che nulla hanno a che fare con la mia capacità di amministrare. Quanto rancore, quanta avversione. Ti ritengo una persona proprio triste e marginale.
Il futuro di Orta
Sono però d’accordo con te su una cosa: Orta sopravvive e risplende grazie alla sua bellezza e alla sua gente. È per questo che ho sempre lavorato, non per ambizioni personali, ma per costruire un futuro migliore per la mia Orta.
Se i cittadini vorranno ancora darmi fiducia, con umiltà e senso del dovere opererò per il bene della mia Comunità.
Le tue parole parlano di passato, io guardo al futuro.
I cittadini di Orta penso si stiano stancando di queste polemiche personali, per quel che mi riguarda, parlerò solo di progetti e dei bisogni della nostra città.
Elisabetta Tromellini
Ex Sindaca di Orta San Giulio