La gestione dell’aeroporto internazionale di Milano Malpensa ha concluso la sperimentazione delle rotte di atterraggio e decollo per definire la gestione futura del traffico aeroportuale che comporti le minori interferenze con gli abitati ed i territori interessati piemontesi e lombardi.
“Queste rotte interessano in modo diretto il territorio piemontese ed in particolare le aree tutelate dall’ente ma, trattandosi di un piano sperimentale, non è stato sottoposto alla procedura di Vas – valutazione ambientale strategica - spiega la presidente dell'ente di gestione del Ticino e del lago Maggiore, Erika Vallera - Resta però importante per l'ente conoscere eventuali incidenze sulla vegetazione e sulla fauna e a tal fine abbiamo deciso di realizzare degli appositi piani di monitoraggio dei parametri ambientali attraverso alcuni accordi e collaborazioni istituzionali. Gli esiti forniranno un supporto scientifico utile per i pareri di competenza sulla proposta che verrà presentata relativa alle rotte di sorvolo”.
Aggiunge la direttrice dell’ente Monica Perroni : “A seguito dell'attività obbligatoria e prioritaria a livello nazionale di definizione degli obiettivi e misure di conservazione dei siti rete Natura 2000 piemontesi, l'ente, in qualità di autorità competente, ha identificato che la presenza dell'aeroporto di Malpensa, con il suo cospicuo traffico aereo, comporta potenziali molteplici impatti ambientali a carico di specie ed habitat presenti nella "Valle del Ticino" e conseguentemente ha previsto come azione - misura prioritaria trasversale un piano di monitoraggio a 360 gradi coordinato e completo riguardante inquinamento acustico, atmosferico, luminoso”.
In particolare, l'ente di gestione delle aree protette Ticino e lago Maggiore ha concluso i seguenti accordi: un accordo con Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) per l’individuazione, all’interno delle aree tutelate, degli effetti degli inquinanti imputabili alle operazioni di sorvolo sugli ambienti naturali. Gli inquinanti saranno individuati attraverso un piano di monitoraggio della vegetazione di interesse. Un accordo con Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) Piemonte per la realizzazione di un piano di monitoraggio che prevede il rilevamento della qualità dell’aria e la valutazione dell’impatto acustico valutando il disturbo sulle aree naturali. Infine, un piano di monitoraggio faunistico con particolare riferimento alle interferenze nei confronti degli uccelli, dei chirotteri (pipistrelli) e delle falene.
L’Ente Parco ha, inoltre, avviato una collaborazione con la regione Piemonte per l’applicazione del metodo di calcolo dell’impronta carbonica (carbon footprint) che è una misura che esprime il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate ad un servizio, nel caso specifico ai voli aerei. Tale calcolo è utile per determinare l’impatto del traffico aereo sulle aree naturali consentendo di intraprendere, di conseguenza, le necessarie azioni di tutela.
Conclude la presidente Vallera: “Auspichiamo presto un coinvolgimento diretto dell’ente di gestione nella commissione tecnica aeroportuale; non solo per la competenza dell'ente per pareri e provvedimenti di carattere ambientale per attività che interessino il territorio in gestione ma anche, e soprattutto, per il sempre più evidente interessamento della fascia di territorio piemontese parallela al fiume Ticino, sia degli abitati che delle aree ambientali tutelate, dal rumore e comunque da una serie di situazioni di rilevanza ambientale. La partecipazione alla commissione, oltre al rispetto del ruolo demandato dalla regione Piemonte, consentirebbe il pieno svolgimento di una funzione di informazione sempre più richiesto dalla cittadinanza, dalle associazioni e dalle amministrazioni pubbliche”.