Dopo una lunga militanza, Franca Biondelli ha detto addio al Partito Democratico, lasciando definitivamente il partito che le ha consentito di sedere in parlamento per due legislature, prima al Senato e poi alla Camera, di vestire la casacca di sottosegretario al welfare dal 2014 al 2018 nei governi Renzi e Gentiloni, e infine di sedersi sullo scranno più alto del Partito piemontese dal 2019 al 2022.
Quello di Biondelli è stato un allontanamento lento e inesorabile negli ultimi tre anni, che pra si sostanzia in una lettera arrivata al segretario provinciale Rossano Pirovano il 6 dicembre, mentre si stavano completando gli assetti per il congresso provinciale che si terrà all’inizio di gennaio e che vedrà lo stesso Pirovano come unico candidato alla successione di se stesso.
Lascia il partito anche Aristide Prudenza, “terminal” di Biondelli nel capoluogo e presidente dell’assemblea provinciale. Resta invece l’altro “scudiero” dell’ex sottosegretario, Hassan Pagano, di Borgomanero. Anche se questa sembra essere una mossa tattica il cui esito si potrà vedere solo in seguito.
La lettera illustra brevemente anche le motivazioni che starebbero alla base della decisione di lasciare, attribuendo tutta la responsabilità a Domenico Rossi, segretario regionale del Pd. La sua, secondo i firmatari, sarebbe una “gestione divisiva litigiosa e personalistica”, caratterizzata da una “costante perdita di iscritti e di amministratori locali” e che avrebbe generato “modesti risultati” alle recenti elezioni regionali. Per questo motivo, già a giugno l’ex sottosegretario e i suoi sodali hanno chiesto la celebrazione di quello che chiamano “un vero congresso regionale Costituente Che prendesse atto della situazione di difficoltà e fosse un momento di riflessione e confronto dialettico e democratico basato, non su conte interne, ma su una sana dialettica tra tesi congressuali e l’ elezione di un segretario dialogante inclusivo e autorevole”.
La lettera si completa annunciando che con Biondelli e Prudenza lasciano il Pd 204 persone tra gli iscritti a diversi circoli Pd della provincia (Borgomanero in primis, ma anche Novara e diversi altri).
La vicenda sembra destinata a lasciare strascichi non esattamente indolori.