Tra il 2022 ed il 2023 in Piemonte si sono consumati altri 533 ettari netti di suolo, per un totale di suolo occupato da superfici artificiali di 170.769 ettari, il 6,72 % dell’intera area regionale. È quanto emerge dal report annuale di Arpa Piemonte sul consumo di suolo. Il dato denota una lieve diminuzione rispetto al triennio 2020-2022, confermando il trend nazionale, ma rimane comunque sopra il valore medio del periodo di osservazione 2016-2022, da quando il monitoraggio viene effettuato annualmente.
Per dare un’idea del consumo di suolo del 2023, è come se ogni giorno fosse stata trasformata in area artificiale una superficie equivalente a 2,1 campi da calcio. In termini assoluti, il valore del 2023 mantiene il Piemonte al quinto posto a livello nazionale, dopo Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Veneto; in termini di aumento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, con il valore dello 0,31 % il Piemonte si attesta al secondo posto in nord Italia, dopo l’Emilia-Romagna, appena sopra la media nazionale pari a 0,30%. Se confrontato con la superficie amministrativa il valore dei nuovi consumi netti posiziona la nostra regione all’ottavo posto in Italia, con una di densità di 2,1 m2/ha.
Il Piemonte si conferma quindi tra le regioni italiane in cui, in termini di nuovi consumi, il fenomeno risulta più marcato, con valori peraltro in controtendenza rispetto alle dinamiche demografiche. Questo aspetto risulta evidente se si rapportano i nuovi consumi di quest’anno con il saldo dei residenti del medesimo periodo, valutando così il grado di efficienza dei consumi: il valore di – 1067 m2 dell’indicatore consumo marginale di suolo sta ad indicare che, per ogni abitante in meno in Piemonte, negli ultimi dodici mesi si è consumato oltre un decimo di ettaro di suolo. Questo dato, accoppiato anche al valore del consumo di suolo pro-capite superiore alla media nazionale, delinea un fenomeno che, a fronte di una diminuzione della “domanda”, non sembra accennare a rallentare in maniera adeguata rispetto agli obiettivi di azzeramento definiti a livello globale, europeo e nazionale.
In termini di suolo consumato rispetto all’area totale, il valore del 6,72% rimane invece inferiore al dato medio nazionale, che si colloca al 7,16 % e risulta tra i più bassi del nord Italia, in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (12,19 %), Emilia-Romagna (8,91 %), e Liguria (7,30 %) ma anche rispetto alle regioni del nord est di Veneto (11,86%) e Friuli Venezia Giulia (8,03%).