Definire criteri tramite cui definire in modo certo e chiaro quali possono essere le superfici su cui installare gli impianti a fonti rinnovabili. E’ quanto chiede Coldiretti Piemonte, attraverso una specifica lettera inviata all’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, tenendo conto che il Piemonte è terra di qualità le cui produzioni alimentari rappresentano una componente fondamentale dell’intera economia e non sono barattabili, né sostituibili.
In Piemonte, infatti, sono 83 le produzioni agroalimentari a denominazione ed il settore agricolo ha un ruolo centrale con oltre 44 mila imprese censite all’Anagrafe Agricola che gestiscono una superficie che si attesta intorno ai 920 mila ettari.
“Pur nella consapevolezza che gli obiettivi ambientali da raggiungere entro il 2030 dipendono anche dagli impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, bisogna necessariamente tener conto delle aree sensibili e vulnerabili alle trasformazioni territoriali e paesaggistiche – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Vanno salvaguardate le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni ed il consumo di suolo. Non è possibile ipotizzare, quindi, la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra nelle zone classificate come agricole, così come l’installazione di impianti agrivoltaici laddove incompatibili con le produzioni agro-alimentari. Per affrontare al meglio queste tematiche, vista la rilevanza che assumerà la normativa regionale finalizzata a definire i criteri per l’individuazione delle aree idonee all’installazione degli impianti a fonti rinnovabili, chiediamo di attivare un tavolo regionale di lavoro e confronto”.
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