E’ morto questa mattina a Borgomanero, la sua città natale nella quale era tornato a vivere da una ventina d’anni, il professor Eugenio Borgna, definito il più grande psichiatra italiano, uno degli esponenti italiani di punta della psichiatria fenomenologica. Intellettuale finissimo, Borgna aveva 94 anni.
Studioso di livello assoluto, ha però avuto l’opportunità di misurarsi anche sul campo con la malattia psichiatrica. Negli anni ’60 aveva diretto l’ospedale psichiatrico provinciale di Novara, sperimentando, in anticipo su quelli che sarebbero stati i fondamenti delle teorie di Franco Basaglia, un approccio alla cura più umano ed empatico, privo di violenza.
Della legge 180, che tradusse in apparato normativo le intuizioni di Basaglia, Borgna fu uno dei massimi sostenitori ed un attuatore fedele nella realtà novarese. Dal 1978 al 2002, anno del suo pensionamento, è stato poi responsabile del Servizio di Psichiatria dell'Ospedale Maggiore di Novara. Da sempre impegnato nell'attività politica e civile, negli anni '70 è stato anche sindaco e consigliere comunale a Borgomanero.
Di sterminata cultura, Borgna, soprattutto dopo aver lasciato l’attività professionale, si era dedicato alla produzione di un gran numero di testi che, pur rigorosissimi dal punto di vista scientifico, avevano la capacità di tradurre per il grande pubblico i temi legati allo studio dell'interiorità, con una straordinaria capacità di scorgere la dimensione più ampia e profonda e soggettiva del disagio psichico. I suoi libri sono quasi sempre stati grandi successi di vendite. Gli ultimi tre in ordine di tempo, “Sull'amicizia”, uscito nel 2022 per Raffaello Cortina Editore; “Mitezza”, dello scorso anno, e il recentissimo “In ascolto del silenzio” entrambi usciti da Einaudi.
Eugenio Borgna nel 2016 era stato proclamato Novarese dell’anno.
Il funerale di Borgna si terrà sabato 7 dicembre alle 11 presso la Chiesa Parrocchiale di Borgomanero.