Economia - 01 dicembre 2024, 08:28

Piemontesi "più ricchi", ma non spendono. Consumi al palo: si investe su fondi e titoli di Stato

Nel settore industriale l'auto (a causa della Germania) frena bruscamente. Reggono meglio costruzioni (il Pnrr ha sostituito il Superbonus) e servizi

In Piemonte consumi al palo: si investe su fondi e titoli di Stato

I redditi reali delle famiglie piemontesi sono tornati a salire: un fenomeno del +2,2% grazie alla crescita dei redditi nominali, ma anche per il calo dell'inflazione, che si è piazzata intorno allo 0,7% dopo un periodo che correva al 6%.

Stagnazione dei consumi

La gente però continua a restare prudente: i consumi stagnano, soprattutto per le auto. Ma anche le abitazioni frenano: sono i mutui ad aver zavorrato gli acquisti, soprattutto nel primo trimestre del 2024, ma con una ripresa successiva grazie al calo dei tassi.

Calano i mutui, dunque, di oltre il 10,5%. Mentre continua a crescere il credito al consumo (+4,5%), soprattutto sotto forma dei prestiti personali, più che per gli acquisti a rate.

Restano deboli i depositi: i soldi che i piemontesi mettono da parte. Ma a un calo generale del 2%, al -6% dei depositi in conto corrente si oppone una crescita dei depositi a risparmio, più remunerativi, del 7,3%.

Cresce del 16% il portafoglio titoli, soprattutto per la spinta dei titoli di Stato (+31,8%), mentre i fondi gestiti salgono dell'8,2%.

Debolezze e scricchiolii 

Non ci aspettano comunque mesi facili, a livello economico piemontese, da qui all'inizio del 2025. Lo dice l'ultima rilevazione della sede di Torino della Banca d'Italia, che se da un lato conferma un aumento del PIL nei primi sei mesi dell'anno (+0,4%), dall'altro certifica debolezze nella produzione industriale, soprattutto nell'auto. Scricchiolii, ma meno negativi, per costruzioni e servizi.

L'auto inchioda, insieme alla Germania

Anche tessile e beni strumentali non brillano, ma l'export ha zavorrato soprattutto le vetture: -18,6%, soprattutto per il calo della domanda tedesca, che ha pesato per un terzo di questo calo.

Di conseguenza, anche il fatturato ripiega: per la prima volta dal 2020 il dato è in calo, soprattutto per le medie e grandi imprese.

Il Pnrr ha sostituito il Superbonus 

Si è stabilizzata l'attività delle costruzioni, nonostante i timori legati alla fine del Superbonus (grazie alla vivacità delle opere pubbliche, grazie al Pnrr). 

Proprio il Pnrr contro il 79% delle gare già aggiudicate, in Piemonte. Un valore di circa 3 miliardi ad agosto 2024, con un dato legato ai Comuni che rappresenta il 99%. I lavori conclusi sono il il 57%, ad agosto: meglio della media italiana.

Tra i servizi tiene soprattutto il turismo, grazie al contributo della componente straniera. Lieve ridimensionamento per il fatturato, ma comunque in territorio positivo. 

Soffrono gli investimenti

La spesa resta contenuta, anche a causa del costo del credito e una congiuntura economica debole accompagnata da incertezze geopolitiche. Chi ha investito, lo ha fatto grazie alle risorse del Pnrr (efficienza energetica o digitalizzazione).

Resta tuttavia una condizione di solidità economica, per quanto riguarda le imprese. La redditività rimane elevata, con circa l'80% di bilanci 2024 chiuderanno in utile. Anche se in diminuzione. E cresce anche la liquidità: è ritenuta adeguata per oltre il 75% delle imprese.

Continuano a calare i prestiti alle imprese (-3,3%), anche se in maniera attenuata rispetto al passato. Sono soprattutto i servizi e le imprese medio-grandi a dare impulso.

Il costo del denaro, per quanto in calo, resta elevato (dal 6,4 al 5,7%, mentre era 1,8% nel 2021) e gli istituti di credito restano prudenti. Resta inoltre elevata la capacità di restituire i prestiti, anche se le medio piccole soffrono di più.

Diminuisce la disoccupazione

Sul fronte lavoro, diminuisce il tasso di disoccupazione: si sino creati 34mila posti di lavoro, ma 8000 in meno rispetto al 2023. Ma colpisce la crescita della cassa integrazione (oltre 50% proprio per mezzi di trasporto, tessile e meccanica).

Le prospettive a breve termine restano meno favorevoli, con crescente difficoltà a trovare manodopera.

Redazione Torino