Il consiglio comunale di Trecate, durante la seduta di giovedì 28 novembre, ha approvato il nuovo Piano intercomunale di Protezione civile “per i comuni di Cameri, Cerano, Galliate, Romentino, Sozzago e Trecate. Si tratta – spiegano il sindaco Federico Binatti e l’assessore alla protezione civile Alessandro Pasca – di uno strumento importante e particolarmente articolato che include le principali sezioni e linee guida per gestire situazioni di emergenze nel territorio. L’obiettivo è quello coordinare le funzioni di protezione civile tra i sei comuni che fanno parte del Centro Operativo Misto 8 No, che vede Trecate come ente capofila con il nostro comando di polizia locale come coordinatore e con il comandante Pier Zanatto come referente. L’approccio utilizzato per l’elaborazione del piano – aggiungono il sindaco e l’assessore - unisce le risorse di ciascuna realtà territoriale, ottimizzando l’assistenza alla popolazione e il monitoraggio dei rischi sulla base delle disposizioni della normativa nazionale e regionale in materia. Va inoltre considerato che il piano è uno strumento dinamico, che viene costantemente aggiornato pianificando verifiche periodiche con test e simulazioni per accertare l’efficacia delle misure previste e per familiarizzare le squadre operative e la popolazione con i protocolli. Gli aggiornamenti tengono inoltre conto di eventuali cambiamenti normativi o variazioni nei rischi locali. In questo modo lo strumento è in grado di rispondere a nuove esigenze e ottimizzare le procedure”.
In caso di necessità il cittadino “si deve riferire in primo luogo al comando di polizia locale trecatese, telefonando al numero 0321.71400. Va evidenziato – rimarcano il sindaco e l’assessore – che attualmente il nostro nucleo di protezione civile può contare sulla costante presenza di circa un centinaio di volontari appartenenti, oltre che al comitato locale della Croce Rossa, alla protezione civile dell’associazione nazionale Alpini, al gruppo Aib di Bellinzago, ai carabinieri e finanzieri in congedo, ai volontari della polizia di Stato. Questa importantissima rete è stata creata dal nulla negli ultimi sette anni e li abbiamo visti più volte in azione in circostanze particolari, come durante il periodo del Covid o anche durante l’emergenza meteorologica del25 luglio dello scorso anno: la nostra città non può che ringraziarli per lo spirito di servizio e abnegazione che dimostrano in ogni occasione”.
Nella “Parte generale” del piano sono incluse la programmazione e la prevenzione del rischio in condizioni di normalità, con l’analisi di rischi presenti sul territorio e la proposta di misure preventive. La “Parte operativa” è invece dedicata alla gestione delle emergenze e stabilisce le azioni da intraprendere in caso di calamità. Comprende inoltre schede schematiche con dati generali, scenari di rischio, aree di emergenza e procedure operative. Il piano descrive diverse categorie di rischio: il rischio meteorologico, idrogeologico e Idraulico, sismico, industriale e chimico, tecnologico e altri rischi come quello sanitario legato, ad esempio, a epidemie, incendi boschivi e eventi a impatto locale che coinvolgano grandi afflussi di persone come manifestazioni o eventi pubblici.
Nella sezione riguardante la previsione e a prevenzione dei rischi il piano stabilisce le strategie per ridurre la pericolosità e prevede attività di manutenzione e controllo del territorio, informazione alla popolazione, formazione ed esercitazioni. Le funzioni di supporto sono coordinate dai comuni e rivestono un ruolo fondamentale nelle esercitazioni periodiche.
Per quanto riguarda la pianificazione dell’emergenza, il Piano scenari di rischio, con l’identificazione degli eventi più probabili e della loro gestione e la creazione di una mappa dei rischi che classifica il livello di esposizione del territorio a diversi tipi di disastri, come alluvioni o incendi.
Sono previste aree di emergenza per ritrovo e accoglienza della popolazione in caso di evacuazione: la pianificazione comprende un sistema di allertamento per la popolazione in caso di condizioni meteorologiche avverse o emergenze. Le autorità locali coordinano le operazioni tramite le sale operative comunali. Il modello organizzativo e di intervento. In caso di calamità prevede che il sindaco di ciascun comune sia il primo responsabile e coordini gli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione. I sindaci possono collaborare anche a livello intercomunale. Per quanto riguarda l’attività dell’unità di crisi, composta da autorità locali e volontari di protezione civile, il piano stabilisce che questa gestisca le risorse e supervisioni le azioni operative sul campo, seguendo procedure stabilite per i casi di emergenza. Le sale operative locali sono responsabili di monitorare le emergenze e comunicare costantemente con il centro operativo misto e con la regione per un rapido dispiegamento delle risorse necessarie. I volontari di protezione civile costituiscono un supporto essenziale.