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Territorio | 25 novembre 2024, 08:30

La storia del lago d'Orta: un disastro ambientale trasformato in successo grazie al carbonato di calcio

Come un intervento chimico ha ridato vita al lago d'Orta, una delle meraviglie naturali del Piemonte, salvandolo dall'acidificazione e dal collasso dell'ecosistema

La storia del lago d'Orta: un disastro ambientale trasformato in successo grazie al carbonato di calcio

Il lago d'Orta, incantevole specchio d'acqua situato tra le colline del Cusio in Piemonte, è da sempre un luogo di rara bellezza e serenità. Tuttavia, il suo tranquillo paesaggio nasconde una storia di inquinamento devastante che ha minacciato la sua esistenza. Negli anni '20, con l'avvento dell'industrializzazione, il lago d'Orta ha subito gravi danni, causati principalmente dalle industrie tessili e galvaniche che, con i loro scarichi, hanno contaminato le sue acque con metalli pesanti come rame, ferro, nichel e cromo. Questi elementi tossici hanno portato alla scomparsa della fauna ittica e a un grave inquinamento che ha minato la salute dell'intero ecosistema.

Già nei primi anni del Novecento, accademici come Rina Monti evidenziarono la gravità della situazione, identificando la presenza di metalli pesanti e la riduzione dell'ossigeno nelle acque come fattori chiave della decadenza del lago. Il piano di bonifica, tuttavia, non iniziò che a partire dagli anni '80, quando la situazione era ormai critica. I primi interventi, sebbene positivi, non erano sufficienti per ristabilire l'equilibrio ecologico.

L'elemento importante che ha segnato la svolta è stato l'introduzione di un trattamento innovativo e rivoluzionario: il liming, o spargimento di carbonato di calcio (CaCO3), a partire dal 1989. Il carbonato di calcio, un composto naturale facilmente reperibile, è stato distribuito in 14.900 tonnellate sul fondo del lago. Questo trattamento ha avuto un impatto determinante, poiché il carbonato di calcio reagisce con gli ioni idrogeno presenti nell'acqua acida, aumentando il pH e neutralizzando l'acidità che aveva minato la salute del lago.

Questa reazione chimica ha permesso di ripristinare il pH dell'acqua a livelli neutri, simili a quelli pre-industriali, favorendo la precipitazione dei metalli disciolti e riducendo la concentrazione di sostanze tossiche. Come risultato, le acque del lago d'Orta hanno visto un netto miglioramento della qualità, portando a un lento ma costante recupero della vita acquatica, con la ricomparsa di diverse specie ittiche.

Negli anni successivi, gli sforzi di bonifica sono stati accompagnati da un progressivo miglioramento nella gestione degli scarichi fognari e industriali. Gli interventi di "liming" sono stati ripetuti fino a ottenere un pH stabile tra 6,8 e 6,9, segnando un'inversione completa della tendenza all'acidificazione. Il successo di queste operazioni ha avuto effetti positivi non solo sull'ambiente, ma anche sull'economia turistica della zona. Il lago, un tempo considerato inospitaliero per la balneazione, è oggi un luogo sicuro per i bagnanti e una meta turistica ambita da italiani e stranieri.

a.f.

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