Volume, convegno, mostra e itinerario il 23 novembre per ricordare il grande ingegnere, professore del Politecnico e politico invoriese al quale sono dedicate molte istituzioni locali: l’esposizione resterà aperta fino al 15 dicembre.
Si tratta di iniziative volute dal sindaco Flavio Pelizzoni e dal vicesindaco Alberto Rollini che apriranno la mattinata di sabato insieme con le autorità locali (tra i patrocinatori anche Provincia di Novara e Regione Piemonte), per lasciare spazio al dibattito su "La figura di Giovanni Curioni” presieduto da Roberto Cicala, docente in Università Cattolica ed editore di Interlinea, con interventi dei professori Maria Laura Oioli e Renato Negro, il direttore della Fondazione Marazza Giovanni Cerutti e, per il Politecnico di Torino, l’arch. Margherita Bongiovanni e il prof. Mauro Borri Brunetto.
Giovanni Curioni (1831-1887) rappresenta certamente la personalità più illustre della storia di Invorio. Nonostante i modesti natali ebbe modo di dedicarsi intensamente agli studi che gli erano congeniali e laurearsi a Torino come ingegnere e architetto. Intraprese quindi una brillante carriera di insegnante universitario e di studioso, autore di numerose e fortunate pubblicazioni che gli valsero promozioni, ulteriori incarichi e onorificenze. Mise le sue vaste competenze al servizio della collettività assumendo incarichi amministrativi e politici: fu eletto consigliere comunale a Invorio Inferiore, consigliere della Provincia di Novara e, dal 1880 alla sua morte, deputato al Parlamento del Regno d’Italia. Durante questi incarichi si dedicò principalmente ai temi a lui più vicini: strade, ferrovie e istruzione pubblica, diventando un protagonista dell’evoluzione del nostro Paese negli anni postunitari. Studioso, politico, ma anche benefattore: donò al suo comune di origine, con lascito testamentario, tutte le sue sostanze accumulate in una vita di impegno e di lavoro.
La mostra è allestita invece presso Casa Curioni, in via Curioni 2: alle 12,30 è prevista l’inaugurazione (orari di apertura: giovedì/venerdì ore 16-18, sabato/domenica ore 10-12 e 16-18, con possibilità di visite guidate per gruppi e scuole oltre a itinerario locale dalle 15,30 con ritrovo a Casa Curioni a cura del Consiglio Comunale dei ragazzi e dell’istituto scolastico locale.
È interessante quanto mette in evidenza Renato Negro, tra gli storici che hanno curato il volume e noto per altre ricerche di alto livello delle radici della provincia di Novara: "La prima osservazione conclusiva che ci viene da proporre a proposito dell’esperienza amministrativa e politica di Giovanni Curioni riguarda l’estrema intensità del suo impegno, non solo per la sequenza degli incarichi, ma anche per la loro sovrapposizione temporale: il deputato si sommò e si sovrappose temporalmente per cinque anni al consigliere provinciale e per dieci al consigliere comunale di Invorio Inferiore. Questa capacità di visione complessiva dei problemi e la continua ricerca di “un punto di vista più elevato” gli tornarono utili in ambito parlamentare, dove Curioni trovò la sua vera dimensione".
Come scrive il sindaco di Invorio Pelizzoni nella presentazione al volume, «personalmente sono sempre stato affascinato dalla figura di Curioni. La sua passione per l’educazione e il progresso tecnologico, unita a un profondo senso di responsabilità sociale, rappresenta un modello di eccellenza e dedizione. La sua storia ci insegna l’importanza di perseguire con determinazione i nostri ideali e di lavorare per il bene comune Spero che questo libro e queste iniziative offrano una visione approfondita della vita e delle opere di Giovanni Curioni e che ispirino a scoprire di più sulla nostra storia locale e nazionale».
Nelle parole del vicesindaco Rollini il plauso al "gruppo dei volontari che, guidato dalla professoressa Laura Oioli e formato da Gioachino Oioli, Maura Bassetti, Laura Pelizzoni, Liliana Temporelli, Fabio Valeggia e Ilaria Libutti e l’amministrazione comunale presente con Cesare Vicari, Michele Lopez e il sottoscritto, sono riusciti a realizzare un articolato progetto per promuovere anche nelle nuove generazioni la memoria dell’insigne compaesano. Durante i numerosi incontri ci si è lasciati contagiare, emozionandosi ogni qualvolta emergevano aspetti curiosi, documenti nuovi che facevano trasparire tratti unici della personalità e della professionalità del professore, del politico e del benefattore. Preme ricordare anche il grande lavoro svolto da Fabio Valeggia, artefice del coinvolgimento dei professori del Politecnico di Torino e della predisposizione dei materiali divulgativi. A lui e a Ilaria Libutti dobbiamo anche la realizzazione in alta definizione delle fotografie indispensabili per la pubblicazione e la veste iconografica dei pannelli per la mostra". Per info: 333 3663835.