Eventi - 10 novembre 2024, 08:50

A Novara la 39esima Gmg diocesana dei giovani: un pomeriggio di fede e testimonianza con Daniel Zaccaro

Sabato 23 novembre un evento di spiritualità e riflessione con la presenza del vescovo Franco Giulio e la testimonianza dell'ex detenuto e oggi educatore

Sabato 23 novembre si terrà a Novara la 39ª Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) diocesana, un’occasione speciale per gli adolescenti, i giovani fino ai 30 anni, gli educatori e gli operatori della pastorale giovanile. L’incontro, organizzato dalla diocesi, è aperto ai ragazzi dalla prima superiore in su e vuole offrire un momento di condivisione, spiritualità e crescita.

L’evento avrà inizio alle 15 con l’accoglienza nelle parrocchie della città. Nel pomeriggio, i partecipanti intraprenderanno un cammino simbolico “Come pellegrini” per le vie del centro storico di Novara, un percorso che vuole richiamare l’idea del viaggio spirituale, dell’apertura e della scoperta.

Alle 18, il quadriportico del Duomo di Novara sarà il punto di ristoro, dove i giovani potranno prendere una pausa prima di entrare in Duomo per la Veglia di Preghiera. Qui, alle 18:45, il vescovo Franco Giulio guiderà un momento di riflessione e preghiera, accompagnato dalla toccante testimonianza di Daniel Zaccaro, un giovane che ha trasformato la sua vita dopo un passato turbolento.

La storia di Daniel Zaccaro: da giovane ribelle a educatore

Ospite d’onore della GMG diocesana sarà Daniel Zaccaro, nato trent’anni fa a Milano, in un quartiere popolare della periferia di Quarto Oggiaro. La sua infanzia è segnata da difficoltà economiche e familiari, ma il calcio rappresenta inizialmente una speranza di riscatto: gioca per le giovanili dell’Inter, ma un errore decisivo gli costa il sogno di diventare un calciatore professionista.

Crescendo, la rabbia e la delusione portano Daniel a imboccare strade pericolose. Diventa un bullo temuto e arriva a compiere rapine, finendo in carcere minorile al Beccaria. Tuttavia, è proprio qui che la sua vita cambia. L’incontro con don Claudio, il cappellano del carcere, e la comunità di recupero che accoglie giovani difficili gli permettono di vedere il mondo da una nuova prospettiva. Oggi, Daniel è laureato in Scienze dell’Educazione, lavora come educatore per l’associazione Kayrós e ha dedicato la sua vita a sostenere e guidare i ragazzi che affrontano difficoltà simili alle sue.

a.f.