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Cronaca | 28 ottobre 2024, 18:40

Novara, detenuti nordafricani devastano la struttura e aggrediscono gli agenti

Il SAPPE: “Serve tolleranza zero e un intervento immediato dello Stato contro l'escalation di violenza nelle carceri”

Novara, detenuti nordafricani devastano la struttura e aggrediscono gli agenti

La serata appena trascorsa alla Casa Circondariale di Novara è stata contrassegnata da ore di violenza e follia che hanno messo in serio pericolo il personale ed i detenuti stessi. 

Ne dà notizia Vicente Santilli, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Tutto ha avuto inizio all’ora di chiusura della sezione detentiva prevista per le 20.00, quando quattro detenuti di nazionalità marocchina e tunisina, con una azione preordinata, hanno aggredito il poliziotto addetto alla sorveglianza tentando di sottrargli le chiavi. L’agente è riuscito a divincolarsi e mettersi in sicurezza, alchè i quattro facinorosi si sono barricati ponendo davanti all’ingresso della sezione un frigorifero, un congelatore e altre suppellettili per poi iniziare a devastare l’ambiente detentivo facendo a pezzi qualsiasi cosa e procurandosi armi rudimentali con bastoni prodotti dalla rottura delle gambe dei tavoli, lamette, forbici, fino a brandire la manichetta antincendio usandola come una frusta con in testa la valvola in ottone tentando e, anche riuscendo, a colpire gli agenti. Mentre il personale tentava di intervenire per ripristinare l’ordine, da una parte i detenuti resistevano con forza brandendo le armi autoprodotte contro i poliziotti, dall’altra hanno distrutto tutte le plafoniere mettendo al buio l’intera sezione detentiva, hanno aperto le valvole del sistema antincendio allagando tutto l’ambiente detentivo e hanno sradicato i sistemi di videosorveglianza”. Il sindacalista spiega che “per vincere la loro feroce resistenza è stata necessaria un’azione coordinata creando un diversivo e riuscendo così ad aprire un varco nella barricata. Due dei quattro detenuti si sono arresi immediatamente ma gli altri due hanno opposto un’aggressiva resistenza con calci, pugni e colpendo il personale con i bastoni e le armi rudimentali che si erano procurati. A termine delle operazioni e ricondotta la situazione all’ordine, gli agenti feriti sono stati condotti in ospedale per ricevere le cure del caso”.

Per il SAPPE, “la situazione è sempre più disarmante e rimaniamo attoniti difronte all’indifferenza che la politica sta dimostrando nei confronti della polizia penitenziaria nelle carceri. L’ondata di violenza che sta investendo i penitenziari del Paese non è altro che lo specchio di una società che a nostro giudizio sta perdendo il più elementare senso civico in un continuo crescere di episodi di violenza. Serve un impegno concreto e profondo su entrambi i fronti, da un lato per fare in modo che chi opera nelle carceri possa farlo in sicurezza e dall’altra nella società affinchè si ritrovino i valori sociali ormai perduti”.Commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “La violenza e la tensione vissuta dai poliziotti in servizio nel carcere di Novara sono gravissime: è inaccettabile che gli agenti di Polizia Penitenziaria debbano rischiare ogni giorno la propria incolumità ed essere soggetti ad aggressioni, intossicazioni e violenze solamente perché rappresentano lo Stato in un contesto nel quale la frangia violenta dei detenuti non ha alcuna remora a creare disordini, sommosse, eventi critici. Basta!”, denuncia il leader del SAPPE. “Mi pare essere del tutto evidente che nelle carceri della Nazione e del Piemonte in particolare servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che rinnova l’appello ai vertici del DAP e del PRAP di Torino affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”. “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude Capece.

c.s.

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