Economia - 24 settembre 2024, 14:30

Partite Iva: arriva il tachimetro dell’evasione per promuovere il concordato preventivo

Ha debuttato il 20 settembre l’indicatore di fedeltà fiscale per 2,7 milioni di imprese e autonomi, con l’obiettivo di spingere le adesioni al concordato preventivo biennale

Partite Iva: arriva il tachimetro dell’evasione per promuovere il concordato preventivo

Partite Iva: arriva il tachimetro dell’evasione per promuovere il concordato preventivo

Il Fisco lancia una nuova iniziativa per monitorare l’affidabilità fiscale delle partite Iva, attraverso il tachimetro dell’evasione, disponibile dal 20 settembre nel cassetto fiscale di 2,7 milioni di imprese e autonomi. Questo strumento, sviluppato in collaborazione con Sogei e l’Agenzia delle Entrate, misura il grado di fedeltà fiscale, con l’obiettivo di incentivare l'adesione al concordato preventivo biennale (Cpb) entro il 31 ottobre 2024.

Il concordato, che coprirà gli anni fiscali 2024 e 2025, rappresenta un’opportunità per le partite Iva di mettersi in regola, evitando i controlli selettivi che potrebbero derivare da una scarsa valutazione fiscale. Il tachimetro, infatti, classifica i contribuenti in tre categorie di rischio: rosso (voti da 0 a 6), giallo (da 6 a 8), e verde (da 8 a 10), con vantaggi per chi rientra nel regime premiale (voti da 8 in su), tra cui una riduzione degli adempimenti e dei termini per alcuni controlli.

Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, spiegando che il concordato preventivo potrà contribuire alla stabilità dei conti pubblici, generando nuove risorse per la riduzione della pressione fiscale, inclusa la possibile riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33%. Il meccanismo del tachimetro permette un confronto trasparente tra Fisco e contribuenti, con la possibilità di correggere eventuali anomalie e accedere ai benefici del concordato. Chi non aderirà, invece, potrebbe essere inserito in liste selettive per controlli mirati da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

Infine, l’adesione al concordato potrebbe essere ulteriormente incentivata se il Parlamento approverà l’emendamento al decreto Omnibus che prevede una sanatoria tripla per i redditi non dichiarati dal 2018 al 2023, a patto di accettare la proposta del Fisco.

a.f.

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