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Attualità | 31 agosto 2024, 09:36

Coldiretti Piemonte, Peste suina: "Subito azioni per limitare diffusione e indennizzi"

Gli allevatori piemontesi hanno partecipato alla video con il Commissario straordinario Giovanni Filippini per chiedere interventi rapidi a sostegno di una filiera in gravi difficoltà

Coldiretti Piemonte, Peste suina: "Subito azioni per limitare diffusione e indennizzi"

Contenimento della diffusione della Peste suina africana, indennizzi agli allevamenti per la mancata produzione a causa della Psa e impegno per una importante azione di contenimento della popolazione dei cinghiali, principali vettori del virus. Questi sono alcuni dei punti principali che il nuovo Commissario straordinario per la peste suina africana, Giovanni Filippini, ha messo sul tavolo dell’incontro avuto con oltre 500 allevatori della Coldiretti delle zone interessate dall’epidemia che sta mettendo a rischio un intero settore e la sopravvivenza di una delle Dop più importanti del nostro Paese. All’incontro, in modalità webinar, promosso dalla Confederazione Coldiretti a cui hanno preso parte il presidente nazionale ed il segretario generale, sono intervenuti gli allevatori piemontesi a cui Filippini ha delineato quali saranno le strategie che intende mettere in campo ribadendo che andrà adottata ogni misura anche drastica per evitare che la Psa si diffonda nelle province limitrofe a quelle fino ad ora interessate (Lodi, Pavia, Vercelli e Novara) che rappresentano la metà del patrimonio suinicolo nazionale.

“Come Coldiretti abbiamo chiesto al Commissario straordinario – spiega Bruno Mecca Cici, vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia – che vengano da subito erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Psa che oggi sono in grande difficoltà. Gli indennizzi che non devono riguardare solo quelle aziende che hanno subito gli abbattimenti, ma dobbiamo tenere in considerazione il tema del fermo aziendale, che riguarderà tutti quegli allevamenti che saranno costretti a rimanere fermi e non potranno nemmeno ripopolare. A rischio c’è l’intera filiera suinicola piemontese, che è tra quelle più importanti economicamente nel tessuto imprenditoriale agricolo, contando circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele”.

“E’ fondamentale che ci sia un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori per evitare grandi speculazioni come sarà necessario procedere a uno stop dei mutui per le aziende colpite. Nel mese di luglio – evidenziano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - siamo scesi in piazza, sotto il grattacielo della Regione, per dire Basta cinghiali: ora non c’è più tempo da perdere per sostenere con tutte le misure necessarie, anche straordinarie, i nostri allevamenti. La totale rimozione dei cinghiali, coinvolgendo tutti gli Enti preposti, Parchi compresi deve essere una priorità assoluta. Questa problematica va affrontata con urgenza senza più fare sconti a nessuno”.

comunicato stampa

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