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Attualità | 26 agosto 2024, 17:40

Il Ghiacciaio di Flua sul Monte Rosa non c'è più: in Piemonte la terza tappa della Carovana di Legambiente che monitora le nostre montagne

A causa della crisi climatica ogni anno i ghiacciai si ritirano e spariscono. Legambiente con Cipra e il Comitato Glaciologico Italiano organizza delle spedizioni sulle Alpi per osservarne la riduzione

A causa della crisi climatica ogni anno i ghiacciai si ritirano e spariscono

A causa della crisi climatica ogni anno i ghiacciai si ritirano e spariscono

Il Ghiacciaio di Flua sul Monte Rosa è praticamente scomparso a causa della crisi climatica. Per monitorare la situazione esiste la Carovana dei Ghiacciai, un progetto di Legambiente con Cipra Italia (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) e il Comitato Glaciologico Italiano. La Carovana è giunta alla quinta edizione, e ogni estate organizza escursioni per accendere i riflettori sulla condizione dei ghiacciai alpini.

 

Tappa in Valsesia

La terza tappa di quest'anno è stata proprio al Ghiacciaio di Flua, in Valsesia, il 23 e 24 agosto. Lo scopo della Carovana è quella di osservare, misurare, studiare la situazione della criosfera - cioè la porzione terrestre composta da ghiaccio e neve - per cercare di prevedere l'evoluzione di quelle che sono le principali riserve d'acqua dolce dell'Europa continentale.

 

"Primavera ci ha salvati dalla siccità"

Quest'anno, per la prima volta, due tappe si sono svolte su territorio straniero: a Chamonix sul Monte Bianco in Francia e nelle Alpi Giulie tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia. "Siamo qui per osservare, misurare lo strato della criosfera, studiare i fenomeni e prevederli in qualche misura - ha spiegato Alessio Salandin, responsabile della sezione Monitoraggio e studi geologici di Arpa Piemonte (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) - Nel 2024 una primavera sicuramente nevosa che ci ha salvati dalla siccità, ma poi ha seguito un'estate di nuovo calda".

Questo inverno, infatti, le nevicate sulle Alpi sono state di nuovo abbondanti, dopo due anni di siccità. La speranza era che la grande quantità di neve sopra i ghiacciai ne limitasse lo scioglimento, ma la repentina sparizione estiva non ha salvato la continua riduzione dei ghiacciai.

 

"Fusione rapida della neve"

La neve, inoltre, rende difficile osservare il limite vero e proprio del ghiacciaio. "Il monitoraggio dei ghiacciai - ha spiegato Marta Chiarle, ricercatrice del CNR e membro del Comitato Glaciologico Italiano - sta diventando sempre più complicato per la copertura della neve, che rende difficile identificarne i confini, e per il ritiro dei ghiacciai in posizioni sempre più impervie e difficili da monitorare. Il 2023 non è stato un anno così drammatico come il 2022 ma perdura la tendenza al recesso accelerato. Quest'anno l'inverno molto nevoso ha fatto ben sperare ma la neve presente a giugno era completamente scomparsa ad agosto, con una fusione estremamente rapida".

 

"I ghiacciai ci lasciano una memoria"

 

"In primavera vedere la parete est del Monte Rosa piena di neve conforta - ha commentato Marco Giardino, Vice-presidente del Comitato

Glaciologico Italiano e professore di geomorfologia dell'Università di Torino - ma vedendo ad esempio il ghiacciaio del Basodino in Svizzera si tratta di neve, il ghiaccio si sta ritirando. I ghiacciai scompaiono ma ci lasciano una memoria, e noi siamo qui per preservare quella memoria".

Francesco Capuano

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