Economia - 19 agosto 2024, 08:00

In Piemonte tornano a crescere i prezzi delle case: +6,6% rispetto allo scorso anno

In aumento le compravendite, secondo i dati forniti da un recente studio di Immobiliare.it: i numeri delle varie province

In Piemonte tornano a crescere i prezzi delle case

 

Il mercato immobiliare piemontese attraversa una fase di crescita per quanto riguarda prezzi di vendita, canoni di locazione e domanda in entrambi i comparti. Comprare casa in regione costa, alla fine di giugno, 1.567 euro/mq di media, +6,6% rispetto all’inizio dell’anno e +2,9% rispetto a tre mesi fa. Chi punta su un affitto deve invece mettere a budget mediamente 9,4 euro/mq, in rialzo del 6,2% su base semestrale e del 4,5% nell’ultimo trimestre. La richiesta si comporta invece meglio nel settore delle compravendite piuttosto che in quello delle locazioni. 

A dimostrarlo, sono i dati dell’Osservatorio regionale semestrale prodotto da Immobiliare.it Insights, proptech company del gruppo di Immobiliare.it, il portale immobiliare leader in Italia, specializzata in big data e market intelligence per il settore immobiliare. 

Il mercato delle compravendite  

Venendo ai principali indicatori di mercato, si nota un solido incremento dell’interesse verso gli acquisti nei primi sei mesi del 2024 (+17,2%), con lo stock che mostra comunque un accumulo del 2,2% salvo poi decrescere del 2,3% nell’ultimo trimestre. 

Guardando all’affordabilty, da intendersi come la percentuale di soluzioni sul mercato a cui i residenti hanno accesso con il reddito medio, questa conosce un leggero incremento per i single - +0,4% nel semestre, +0,9% negli ultimi tre mesi – mentre sale in maniera più sostenuta per le coppie, dell’1,8% da inizio anno e dell’1,1% su base trimestrale. Chi cerca da solo può attualmente permettersi quasi il 43% degli immobili disponibili, mentre il valore si alza notevolmente (72,8%) se a cercare si è in due. 

La situazione città per città  

Con i prezzi cresciuti del 6,4% nel primo semestre del 2024, Torino ha superato quota 2.000 euro/mq medi, fermandosi esattamente a 2.026 euro/mq. Tuttavia, il territorio più oneroso in regione è il comune di Verbania, dove acquistare casa costa mediamente oltre 2.500 euro/mq, con un aumento in doppia cifra (+11,1%) da inizio anno. In Piemonte ci sono ancora diversi territori al di sotto dei 1.000 euro/mq, ma il più economico è la provincia di Biella (580 euro/mq medi). Nessuna area mostra una decrescita di prezzo nei sei mesi analizzati. 

Per quanto concerne domanda e offerta, nei sei mesi la richiesta segue la tendenza positiva regionale quasi dappertutto, al di fuori della provincia di Asti (-14%) e del comune di Cuneo (-1%). Sono tre invece gli oscillamenti negativi dello stock disponibile, ovvero quelli dei comuni di Torino e Vercelli, entrambi in calo dell’1,8%, e della provincia di Verbano-Cusio-Ossola, dove la disponibilità di immobili scende del 6,1%.   

Il mercato delle locazioni  

Lo stock a disposizione sul mercato si contrae quasi del 9% nel semestre, anche a causa di una domanda che invece sale quasi di pari passo nel periodo (+8,2%). La tendenza dell’offerta subisce però un cambio di passo nell’ultimo trimestre, registrando un +3,3%, pur con un interesse che rimane sostenuto (+1,3%).  

La situazione nelle diverse province

Tra le città, Torino è la più cara se si vuole affittare in regione, con canoni sopra gli 11 euro/mq di media e in crescita del 4,9% in sei mesi. Il capoluogo viene però battuto dalla provincia di Verbano-Cusio-Ossola, che conosce un aumento dei prezzi addirittura di oltre il 26% e si attesta mediamente sui 12,5 euro/mq. Come per le compravendite, nei primi sei mesi dell’anno in nessun territorio si presentano contrazioni nei costi delle locazioni. 

Se per la domanda di affitto si registrano aumenti quasi ovunque nei primi sei mesi dell’anno, fatta eccezione per il comune di Torino (-1,1%) e per la provincia di Vercelli (-1,8%), il comportamento dell’offerta è più disomogeneo, con alcuni picchi in positivo, come il +16,7% della provincia di Vercelli, e altri in negativo, come il -52,2% della provincia di Asti.

Redazione Torino