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Economia | 11 agosto 2024, 15:10

Il mercato immobiliare frena (senza il traino del Superbonus), a Torino -10,2% nel primo trimestre dell'anno

Una contrazione superiore alla media nazionale (-7,2%) ma meno vistosa rispetto a Milano (-13,2%)

Il mercato immobiliare frena, a Torino -10,2% nel primo trimestre dell'anno

Il mercato immobiliare frena, a Torino -10,2% nel primo trimestre dell'anno

Nei primi tre mesi dell’anno il mercato immobiliare residenziale a livello nazionale è calato del -7,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 154.770 compravendite.

 

Milano fa ancora peggio di Torino

Tra le grandi città, il calo maggiore si registra a Milano (-13,2% e 5.141 transazioni), seguita da Torino (-10,2% e 3.193 transazioni), Roma (-6,9% e 7.703 transazioni), Genova (-6,7% e 1.898 transazioni), Firenze (-5,9% e 1.137 transazioni), Palermo (-5,7% e 1.508 transazioni), Napoli (-4,4% e 1.868 transazioni) e Bologna (-1,8% e 1.241 transazioni).

 

I dati sulle nuove abitazioni

Se poi si considerano esclusivamente le nuove abitazioni vendute nelle grandi città (1.624 in totale), la quota non arriva al 7% rispetto al totale delle vendite, con un calo delle transazioni del -23% rispetto allo stesso periodo del 2023. A Torino la quota di case nuove è solo del 2,8%.

 

Le ragioni di questa frenata

Secondo l’analisi di Abitare Co. -società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata in nuove costruzioni-, tra le principali motivazioni della frenata del mercato immobiliare si segnalano la mancanza di offerta di nuove case e ad alta efficienza energetical’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto, il segno negativo degli investimenti nel residenziale (-35% nel I trim. 2024) e il ritiro dal mercato di immobili ristrutturati con il Superbonus per la maggiore tassazione dovuta alle eventuali plusvalenze.

Per quanto riguarda le abitazioni comprate grazie ad un mutuo ci troviamo ai minimi storici con poco più di 56mila transazioni, pari al 40% del totaleLa quota di famiglie che acquistano tramite mutuo è andata a diminuire di anno in anno in corrispondenza all’aumento del costo del denaro adottato dalla BCE per contrastare l’inflazione. 

 

Le differenze rispetto all'epoca pre Covid

Nell’epoca pre Covid, a livello nazionale, le famiglie che acquistavano casa con un mutuo rappresentavano circa il 53% del totale; questo significa che in meno di cinque anni gli acquirenti di casa che fanno ricorso al mutuo sono calati di tredici punti percentuali.

La domanda di nuove case, non solo di fascia alta, apprezza particolarmente le tematiche relative agli investimenti legati al consumo energetico, all’impatto ambientale e ai servizi comuni dedicati alle persone. Purtroppo, l’offerta di queste abitazioni è ancora molto bassa.

Una parte di domanda si è ritirata dal mercato dopo aver ristrutturato casa col SuperbonusContando la tassazione delle plusvalenze e il trasferimento delle detrazioni, è sempre possibile vendere un immobile su cui si sono effettuati lavori di efficientamento agevolati con il Bonus 110%, ma è anche vero che ci sono diversi aspetti a cui prestare attenzione. Uno di questi è legato all’aumento del valore dell’immobile determinato dai lavori di efficientamento: questo aumento di valore, pur essendo positivo, porta a una maggiore tassazione al momento della vendita, soprattutto tenendo conto delle nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2024.

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