Cronaca - 05 agosto 2024, 10:33

Denunce di maltrattamenti durante l'abbattimento dei maiali a San Martino di Trecate

l team della giornalista Giulia Innocenzi accusa di pratiche crudeli nell’allevamento colpito dalla peste suina africana

Foto Archivio

Maltrattamenti durante gli abbattimenti dei maiali nell’allevamento di Cascina Bellaria, a San Martino di Trecate, nel novarese. Lo sostiene il team della giornalista Giulia Innocenzi, autrice del documentario “Food For Profit” che afferma di aver ripreso immagini che dimostrerebbero come il cosiddetto “depopolamento” sia avvenuto con modalità non conformi alle regole e infliggendo sofferenze agli animali.

L’operazione di abbattimento è stata disposta dopo il rilevamento di un caso - il primo in un allevamento in Piemonte - di peste suina africana tra i capi dell’allevamento trecatese. Un secondo caso è stato poi isolato con il prelevamento di altri campioni in loco. Così settecento scrofe con i loro piccoli, sono state eliminate. L’uccisione degli animali è avvenuta in quattro notti e si è conclusa nella notte tra giovedì e venerdì.

“Abbiamo documentato con immagini – spiega  Giulia Innocenzi – diversi maltrattamenti fatti durante gli abbattimenti”. Il video, girato con un drone, mostra le operazioni di abbattimento a Trecate. “Scrofe e suinetti sono stati sottoposti a una morte crudele tramite scosse elettriche alle tempie. Questo metodo, non solo sconsigliato perché provoca sofferenza agli animali soprattutto se fatto su grandi numeri, viene spesso eseguito in modo inadeguato, causando ulteriori tormenti”.

La denuncia del team di Food for Profit ha fatto ovviamente scalpore nel novarese, soprattutto grazie al tam tam sui social dei numerosi followers di Innocenzi.

La ricostruzione del team di Giulia Innocenzi è però respinta da Bartolomeo Griglio, dirigente del settore sicurezza alimentare della Regione Piemonte, che ha seguito la vicenda

“A Trecate è stato seguito in maniera rigorosa il protocollo previsto dal regolamento europeo in caso di abbattimenti per motivi sanitari: non si tratta di maltrattamenti, ma di una forma di eutanasia”. “Questa malattia - spiega Griglio che non è curabile, causa di una morte atroce per i suini: i vasi sanguigni si rompono e generano devastanti emorragie, che fanno morire gli animali tra mille sofferenze”.  “Il sistema che noi utilizziamo per gli abbattimenti – aggiunge Griglio – è in assoluto, tra i tre previsto dalla normativa, quello che genera le minori sofferenze per gli animali: in pratica i suini vengono anestetizzati attraverso una prima scossa elettrica alle tempie e poi abbattuti con una scarica al cuore”. “Bisogna comunque sempre tenere presente – dice ancora il dirigente regionale – che il depopolamento degli allevamenti infetti è l’unico strumento disponibile per cercare di fermare l’epidemia, che è molto difficile da controllare: basti pensare ad esempio che l’allevamento di Trecate si era dotato di buoni livelli di difesa dal virus. Ma questo non è stato sufficiente”.

“Posso assicurare – conclude Griglio – che a Trecate i tecnici del  Presidio Multizonale di Profilassi e Polizia Veterinaria di Novara, coordinati dalla Regione hanno seguito con puntualità quanto previsto dalle regole”.

ECV