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Eventi | 04 luglio 2024, 16:00

"Aida" di Giuseppe Verdi all'anfiteatro di Sordevolo

Venerdì 5, Sabato 6, Venerdì 12 e Sabato 13 Luglio alle 21 un nuovo grande allestimento del Teatro Coccia di Novara per vivere l'opera sotto le stelle

"Aida" di Giuseppe Verdi all'anfiteatro di Sordevolo

Venerdì 5, Sabato 6, Venerdì 12 e Sabato 13 Luglio alle 21 un nuovo grande allestimento del Teatro Coccia di Novara per vivere l'opera sotto le stelle. La seconda edizione di Opera, che Passione! che nasce in sinergia con il Comune di Sordevolo e l'Associazione Teatro Popolare di Sordevolo. Nel luogo che ospita da oltre 500 anni La Passione, in scena AIDA di Giuseppe Verdi.

La regia è firmata da Alberto Jona, direzione d'orchestra di Marco Alibrando, scene di Matteo Capobianco, visual designer Luca Attilii, costumi Silvia Lumes, Orchestra Filarmonica Italiana, Maestro del Coro Alberto Sala. Due cast in cui si uniscono voci esperte del repertorio verdiano, con artisti in ascesa nel panorama internazionale. In scena le grandi masse di Aida fanno dell'opera un evento di partecipazione e comunità. L'opera diventa rito, portando in scena centinaia di figuranti dell'Associazione Teatro Popolare di Sordevolo che affiancheranno i coristi della Schola Cantorum San Gregorio Magno.

"Un progetto unico come Opera, che Passione! - racconta Alberto Jona - stimola a cercare una strategia di regia che leghi l'opera al contesto e luogo in cui si realizza. E per Aida c'è una suggestione che ha dell'incredibile, che ha un nome e cognome: Ernesto Schiaparelli, sommo egittologo che diresse dal 1894 alla morte nel 1928 il Museo Egizio di Torino, nato a Occhieppo Inferiore, cioè a 3 chilometri da Sordevolo, nel 1856. Questo legame fa riaffiorare in modo prepotente tutta una serie di elementi che si intersecano con le ragioni della commissione dell'opera a Verdi e con il racconto di Auguste Mariette, egittologo di fama a sua volta, che fornì il soggetto di Aida. Aida dunque abiterà una sorta di Wunderkammer tardo-ottocentesca, fatta di reperti, statue, sarcofaghi e papiri pronti per essere "trasportati" verso l'Europa. Da una parte quindi un Ottocento che canta di passioni e amori, ma che esercita anche potere e violenza; dall'altra lo spirito dell'Africa Orientale, archetipico, misterioso, inespugnabile, interpretato dal danzatore e coreografo Gérard Diby".

a.f.

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