C’è un filo sottile che lega la strage familiare di Altavilla Milicia (Palermo) e il Novarese. Giovanni Barreca e la moglie Antonella Salamone avevano vissuto per diversi anni nella provincia piemontese prima di ritornare in Sicilia cinque anni fa. Sono gli anni, tra l’altro, in cui sono nati il figlio sedicenne Kevin, uno dei due uccisi nella strage, e la figlia diciassettenne, unica scampata al massacro. La famiglia aveva vissuto prima nel capoluogo e poi dal 2008 si era trasferita a Romentino.
Qui dal 2008 risulta l’inizio dell’attività di Barreca come artigiano muratore e imbianchino, nella sede in via Cavallè, a nord dell’abitato in direzione del comune di Galliate, paese vicino dove risulta che i Barreca si siano trasferiti dal 2011 al 2014, prima di tornare nuovamente a Romentino. In paese nessuno ha ricordi precisi di questo nucleo familiare, che sembra essere stato come invisibile per anni. Solo qualche sprazzo di ordinaria vita quotidiana, ma senza particolari eclatanti. Solo una vaga memoria delle difficoltà con cui spesso i Barreca avevano avuto a che fare.
Come è testimoniato anche dal fatto che dagli archivi del Comune risultano, soprattutto negli anni 2015 e 2016, una serie di contributi economici erogati dal municipio romentinese a beneficio sia della moglie che del marito: segno che, almeno in quegli anni, l’attività lavorativa di Barreca non consentiva una tranquillità economica. Nel periodo novarese è cominciata anche la frequentazione di gruppi religiosi di ispirazione carismatica piuttosto discussi. Vive tuttora a Romentino, invece, la famiglia dei genitori di Antonella Salamone.
"Una famiglia semplice, che si è sempre data da fare per lavorare e garantire un futuro ai figli". La descrive così l Gianmaria Prestinicola, consigliere comunale a Novara, amico dei genitori della vittima della strage di Altavilla. "Angelo, il papà di Antonella - dice Prestinicola - lavora nella vigilanza, una professione faticosa che prevede anche i turni di notte. La mamma, Rosalia, lavora all'Autogrill di Novara sulla Torino-Milano".
I Salamone hanno altri due figli: Calogero, detto Lillino, che ieri ha accompagnato i genitori in Sicilia e che insieme a loro è stato sentito dagli inquirenti; il terzo figlio, Davide, 23 anni, ha una disabilità. La famiglia aveva vissuto in passato alla periferia sud di Novara, in via Spreafico, in un grande complesso di case popolari. Poi il trasferimento a Romentino. "Gente normale - conclude Prestinicola - riservata e schiva, poco avvezza alla vita sociale, anche per la necessità di assistere il figlio Davide. Questa tragedia li ha colpiti davvero duramente".