"La finalità di questo strumento – spiega il consigliere delegato all’Ambiente Rosa Maria Monfrinoli – è quella di garantire l’evoluzione progressiva del ripristino delle aree interessate e una gestione omogenea dei controlli su tutto il territorio del Novarese. Purtroppo negli anni è stata rilevata una diffusa criticità dell’esecuzione dei corretti ripristini e reinserimenti ambientali delle aree di cava da parte degli operatori di settore, con ritardi nella realizzazione delle attività di recupero rispetto al cronoprogramma approvato che, solitamente, è strutturato in modo da garantire una sequenzialità degli scavi e dei ripristini. Le criticità riscontrate sono state inoltre ritenute riconducibili alla non adeguata caratterizzazione e conservazione del terreno di coltivo, costante lotta alle specie infestanti oltre che di adeguate scelte progettuali nella scelta delle specie forestali da reimpiegarsi nelle piantumazioni. Le difficoltà di garantire attivitù di recupero corrette si sono amplificate con le ultime stagioni climatiche, caratterizzate da crisi idrica e da eventi meteorologici estremi. I ritardi e le mancate attuazioni dei ripristini ambientali delle aree di cava determinano conseguentemente una dilatazione temporale dell’impatto ambientale di queste attività sul territorio novarese".
"Ecco, dunque – osserva il consigliere – la necessità di definire strumenti che possano meglio indirizzare gli operatori di settore verso il progressivo ripristino delle aree di cava al termine delle operazioni di scavo: la Provincia di Novara ha pertanto ritenuto di dover adottare un più sistemico e ottimale monitoraggio delle operazioni di recupero ambientale del sito di cava con un sistema di rendicontazioni periodico di tali attività, che possa fungere da standard di riferimento omogeneo per tutti gli operatori oltre che di strumento operativo di controllo nel corso dei sopralluoghi in sito".
Le linee guida sono uno strumento operativo "di monitoraggio delle operazioni di recupero ambientale del sito di cava, che possa essere uno standard di riferimento per tutti gli operatori, oltre che di strumento operativo di controllo nel corso dei sopralluoghi in sito, che abbiamo ritenuto necessario in attesa della predisposizione del nuovo Piano regionale per le attività estrattive. La sua elaborazione nasce dalla collaborazione con il Dipartimento Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università degli studi di Torino con la quale stiamo lavorando per il recupero forestale di un’area di cava nel Comune di Romentino e per la quale sono state elaborate specifiche indicazioni per la verifica periodica dello stato di attuazione dei recuperi, comprensiva di una programmazione del consuntivo delle opere di sistemazione ambientale attuate e di quelle in previsione. Le linee guida – conclude il consigliere - saranno prossimamente condivise con gli altri Enti territoriali deputati ai controlli sul territorio e anche con la stessa Regione Piemonte affinché possano essere recepite nella stesura del Prae".