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Attualità | 20 ottobre 2023, 12:07

Tensione in consiglio comunale per la mozione che condannava l'attentato di Hamas

Malumori all'interno della stessa maggioranza dopo l'emendamento delle opposizioni

Tensione in consiglio comunale per la mozione che condannava l'attentato di Hamas

Una mozione presentata dal vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, Mauro Gigantino, che condannava l’attentato di Hamas fa esplodere le divisioni – di metodo oltre che di sostanza - nella maggioranza di centrodestra in consiglio comunale. Il documento, votato come urgente all’unanimità all’inizio della seduta è stato posto in discussione al termine dell’approvazione delle delibere all’ordine del giorno. All’apertura del dibattito, l’opposizione annuncia di aver presentato una proposta di emendamento del testo, che, lasciando intatta la stesura originaria, aggiungeva alcune altre considerazioni, otto in tutto.

I lavori vengono sospesi e si riuniscono i capigruppo di tutti i gruppi con l’obiettivo di trovare una sintesi. Tentativo fallito: all’uscita dalla riunione, Gigantino, supportato anche da Arduino Pasquini della Lega, dichiara la contrarietà della maggioranza alle modifiche, e invita la minoranza a presentare un proprio ordine del giorno.

Il capogruppo del Pd Nicola Fonzo, prendendo la parola, ribadiva che “da questa parte la condanna del terrorismo è senza se e senza ma, come pure quella delle azioni che causano vittime tra i civili o impongono ingenti spostamenti di popolazione”, ma spiegava che a suo parere un documento di questo genere o aveva una approvazione unanime o non aveva alcun significato.”Se rifiutate le nostre integrazioni, che non toccano neppure una riga del testo originario, ci costringete a non partecipare al voto”.

A quel punto nelle fila della maggioranza, nella quale da diversi minuti era evidente il malessere di alcuni consiglieri, esplodeva il dissenso. Se ne faceva interprete chiedendo la parola Camillo Esempio (FdI): “Io sono favorevole a trovare una sintesi con le proposte dell'opposizione. Se non è possibile, voterò come mi sentirò al momento. Sicuramente mi farò dei nemici e ne avrò delle conseguenze ma la penso così”.

Seduta accanto a lui anche Maria Cristina Stangalini della Lega si accingeva a esprimersi nella stessa direzione ma il capogruppo del Carroccio Gaetano Picozzi chiedeva una nuova sospensione, a cui questa volta veniva chiesta la partecipazione di tutti i consiglieri di maggioranza, e a cui platealmente non partecipava Gigantino.

Il confronto, secondo quanto si è appreso, è stato intenso e tratti anche duro. Alla fine passava la linea “morbida” di Esempio: sei delle otto aggiunte delle opposizioni venivano accolte, e il documento veniva votato da tutti i gruppi. Con un piccolo giallo finale: Gigantino, palesemente contrariato, al momento del voto non alzava la mano e si accingeva a lasciare l’aula. Interpellato in proposito però dichiarava di aver votato a favore.

Incidente chiuso, ma lo “strappo” è stato evidente.

 

ECV

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