“È fondamentale riconoscere un’indennità aggiuntiva temporanea a medici e infermieri che lavorano in aree montane marginali. Il diritto alla Salute va garantito su tutto il territorio nazionale e, viste le difficoltà a trovare personale sanitario per queste zone, si rende necessario incentivarlo con un aiuto economico”. Così Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, commenta il via all’iter in commissione Sanità della proposta di legge 263, di cui è primo firmatario.
L’indennità, valida dal 2023 al 2025, sarà destinata al personale medico e infermieristico con contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno in dieci Asl del Piemonte: ASL To4, To3, Vercelli, Biella, Novara, VCO, Cn1, Cn2, Asti e Alessandria. L'importo dell'indennità sarà determinato attraverso la negoziazione aziendale, con attuali previsioni di 800 euro per i medici e 350 euro per gli infermieri. La proposta di legge prevede una copertura finanziaria di 6.135.000 euro, suddivisi in 3.539.200 euro per il personale medico e 2.596.000 euro per il personale infermieristico.
“L’impianto di legge che ho presentato oggi alla commissione che tutela la salute dei piemontesi – spiega Andrea Cane, vicepresidente della commissione - garantisce un supporto economico ai professionisti sanitari e segue l'esempio della Valle d'Aosta, introducendo incentivi per affrontare la carenza di personale, che la pandemia ha acuito”.
“Con questa pdl cerchiamo di sostenere la sanità nelle aree montane – aggiunge Andrea Cane, residente a Ingria, da sempre interlocutore privilegiato dei residenti delle Terre Alte -. Rispondiamo con proposte reali alle tante parole di questi ultimi giorni. Anche noi vorremmo aprire i Pronto Soccorso in modo capillare, purtroppo la carenza di personale è una problematica che coinvolge l'intero Paese e che la politica deve affrontare con idee innovative. Apparentemente può essere facile incolpare l'assessore regionale alla Sanità o una certa parte politica che può essere al governo, ma la realtà dei fatti è ben diversa e ha radici nella recente pandemia e in decenni di scelte sbagliate”.