Libertà, comunità, la vostra opera: il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla sceglie tre parole tratte da un manoscritto di Albert Einstein per formulare i suoi auguri di inizio anno scolastico ai ragazzi della Diocesi.
Il testo citato è quello di un piccolo biglietto manoscritto del padre della fisica moderna, consultabile nei “The Einstein Archives Online” della “Hebrew University of Jerusalem”. “Insieme a una complessa formula matematica – spiega il vescovo - vi si legge in tedesco un breve indirizzo di saluto che, nel dicembre 1933, egli rivolse agli studenti dell’Università di Princeton, presso la quale si trovava e dove rimase sino alla morte, a seguito dell’espulsione dalle università tedesche, nell’aprile dello stesso anno, di tutti i professori di origine ebraica”.
"Nel biglietto – prosegue Brambilla - Einstein scrive: “Sono contento di vivere in mezzo a voi che siete giovani e felici. Se un vecchio studente potesse in breve dirvi qualcosa, le parole sarebbero queste: Non considerate mai lo studio come un dovere, ma come l’invidiabile occasione di conoscere la liberante bellezza nello spirito, per la vostra gioia personale e a vantaggio della comunità alla quale appartiene la vostra opera futura”.
“Nel manoscritto – spiega il vescovo di Novara - si notano tre significative correzioni: l’aggettivo ‘liberante’ è aggiunto in un secondo momento; anche il riferimento alla ‘comunità’ viene aggiunto, perché prima Einstein si riferiva più semplicemente a ‘tutti coloro ai quali il vostro lavoro sarà dedicato’; l’espressione finale viene modificata, prima egli parla della comunità ‘per la quale più tardi lavorerete’ e poi della comunità ‘alla quale appartiene la vostra opera futura’. “Libertà, comunità, la vostra opera – conclude il vescovo - sono tre parole aggiunte da Einstein al suo biglietto di appunti.
Sono bellissime per iniziare il nuovo anno scolastico! Si studia per prepararsi e dare ciascuno la nostra opera al mondo in cui viviamo; si può crescere solo se si gusta la liberante bellezza dello spirito nelle lingue, nella letteratura, nella filosofia, nell’arte, nella storia, nei costumi, nelle scienze, nella matematica, nella tecnica; si può farlo solamente nella rete della comunità, del noi sociale, fuori dal quale siamo soli, dispersi e senza volti da guardare e amare.
Bastano queste tre parole, come dice Einstein, “per la vostra gioia personale”. E per augurarvi di cuore: Buon Anno!”