Lo spettro di un’estate in siccità per le colture della nostra Regione sembra essere, momentaneamente, alle spalle. Dal 30 aprile ad oggi gli accumuli di pioggia hanno raggiunto all’incirca quelli dell’anno scorso. Un anno, lo ricordiamo, particolarmente caldo e con poche precipitazioni. Stando ai dati forniti dalla Fondazione Agrion e raccolti sulla sede di Manta, il 2022 si era chiuso con 522 millimetri di pioggia. Un dato più basso se rapportato alla media storica che oscilla tra gli 800 e gli 850 millimetri annui.
La stessa Fondazione Agrion ha calcolato nell’ultimo mese (dal 15 maggio al 15 giugno) 375 millimetri di pioggia. Se si aggiungono i primi giorni di maggio, da quando sono cominciate le prime vere piogge sul nostro territorio, si può dire, con stima spannometrica, che nell’ultimo mese e mezzo è scesa la quantità di pioggia dell’anno precedente. E in proporzione nell’ultimo mese è scesa l’acqua che mediamente scende in sei mesi.
Una quantità, come detto, salvifica per la secca stagione che si prospettava. Ma che, in termini agronomici, paga il fatto di essere caduta in un tempo troppo ravvicinato. E, soprattutto, in una fase delicata per certe tipologie di frutteto che si trovano in questo momento nel pieno della maturazione.
È il caso delle ciliegie, frutto che in Piemonte è coltivato su circa 400 ettari di terreno. Le persistenti piogge hanno causato il fenomeno del “cracking” (spaccatura) sulle varietà più precoci, la cui maturazione si è completata tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Meno colpite, al momento, le varietà medio-tardive. Ma, in generale, uno dei primi frutti raccolti nella stagione "calda", è, sul nostro territorio, in gran parte compromesso.
Il fenomeno sta interessando anche, ma solo parzialmente, alcune varietà di albicocche.