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Cronaca | 31 maggio 2023, 13:25

La tragedia di Lisanza tra dolore e misteri. Il Mossad piange l'agente morto: "Perso un caro amico"

Rimpatriata la salma dello 007 israeliano morto nel naufragio della "Good...uria" insieme a due agenti dell'Intelligence italiana e alla compagna dello skipper

La tragedia di Lisanza tra dolore e misteri. Il Mossad piange l'agente morto: "Perso un caro amico"

È stata rimpatriata la salma di Shimoni Erez, l'agente in congedo del Mossad, il servizio segreto isrealiano, morto insieme ad altre tre persone (due dei quali appartenenti all'Intelligence italiana: Claudio Alonzi Tiziana Barnoni) nel ribaltamento dell'imbarcazione investita da un violento temporale domenica pomeriggio a Lisanza. A riportare l'avvenuto rimpatrio in Israele è l'Ansa.

«Il Mossad ha perso un caro amico, un impiegato dedicato e professionale che ha dedicato la sua vita alla sicurezza dello Stato di Israele per decenni, anche dopo il suo pensionamento - le parole di una fonte israeliana sempre all'Ansa - l’istituzione piange la perdita e partecipa al dolore della famiglia, che continuerà ad accompagnare e ad abbracciare».

Sempre l'Ansa riporta come l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu, da cui dipende il Mossad, ha sottolineato come la vittima (di cui però non viene mai fatto il nome in ossequio alle regole del servizio segreto) «ha dedicato la sua intera vita alla sicurezza dello Stato di Israele per decine di anni anche dopo essere andato in pensione».

A tre giorni ormai della tragedia sono ancora tanti i punti da appurare su quanto accaduto sulle acque del lago Maggiore. Se non ci sono dubbi che l'affondamento della "Good...uria", questo il nome dell'imbarcazione pilotata dallo skipper Claudio Carminati ora indagato per naufragio e omicidio colposi, sia stato provocato da un "downburst", un fenomeno meteorologico con effetti simili a quelli di una tromba d'aria, restano da chiarire molti elementi. 

Dettagli che il recupero completo del relitto potrà aiutare a comprendere. Ieri lo scafo è stato sollevato e riportato a pelo d'acqua, anche se le operazioni stanno risultando piuttosto complesse. Sommozzatori di vigili del fuoco e carabinieri da questa mattina sono nuovamente al lavoro per riportare a riva il natante, in modo tale da sottoporlo alle verifiche del caso. Oggi potrebbe essere il giorno buono da questo punto di vista.

Al vaglio degli investigatori ci sono poi i documenti di immatricolazione della barca, tra cui il pescaggio dello scafo, la portabilità massima, eventuali lavori di ampliamento o ammodernamento e tutte le caratteristiche tecnico-legali utili a comprendere se fosse o meno tutto in ordine. E poi il numero dei passeggeri che l'imbarcazione poteva ospitare.

Proprio sui passeggeri resta un alone di mistero. Oltre allo skipper e alla sua compagna di origini russe, Anya Bozhkov, deceduta nella tragedia, sulla barca c'erano altre 21 persone: tredici israeliani e otto italiani. Secondo quanto trapelato nelle ore successive al naufragio erano tutti agenti dei servizi di Intelligence di Roma o di Gerusalemme. Alcuni di loro in congedo, altri in attività. Si erano riuniti per festeggiare il compleanno di uno di loro prima che il temporale si abbattesse improvvisamente sul Maggiore.

I superstiti, secondo quanto si legge sulla stampa nazionale, hanno rapidamente lasciato i loro alloggi e il pronto soccorso. Non lasciando documenti né tracce. Gli israeliani, inoltre, sarebbero stati rimpatriati «con un aereo privato utilizzato per voli sensibili ufficiali, decollato da Israele e atterrato a Milano» come riportano i media. «Se sulla barca l'occasione fosse un momento di festa è possibile, non si può escludere che prima vi siano stati altri tipi di incontri» ha scritto l'Ansa citando una fonte anonima. Il mistero, così come il dolore per la tragedia, resta.

Redazione Varese

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