L’utilizzo dei cosiddetti “forchettoni” alla funivia del Mottarone era una pratica abituale anche molti anni prima del disastro del 2021: ne parla un esposto del 2015, firmato dall’ex consigliere di minoranza del comune di Stresa Alfredo Macrì Del Giudice, ed indirizzato alla Procura della Repubblica di Torino. Macrì (che era stato in precedenza dirigente della Polizia Locale di Stresa, prima del pensionamento e del passaggio all’attività politica come candidato sindaco nel 2015 e poi nel 2020), scrive che “il concessionario avrebbe trascurato anche la sicurezza dell’impianto. Il freno di emergenza della cabina sarebbe stato mantenuto non funzionante, bloccato”. E aggiunge “Sul punto sarà sufficiente acquisire i libri giornale dei due tratti di funivia”. Macrì indicava anche i nominativi di due possibili testi, due dipendenti della funivia.
Poiché l’ex comandante dei vigili fa ampio riferimento, oltre che ai temi della sicurezza, anche a diversi aspetti a suo dire non chiari della gara di appalto per la revisione generale della funivia e la gestione della stessa, dai magistrati torinesi viene aperto un fascicolo esclusivamente per “turbata libertà degli incanti”.
Nel testo dell’esposto Macrì, peraltro, le osservazioni in tema di sicurezza sono rilevanti. Oltre alla questione dell’uso dei forchettoni, si sottolinea anche che nel periodo di fermo prima dell’assegnazione del nuovo appalto “sarebbe stata omessa la sorveglianza dell’impianto e le funi sarebbero arrugginite”. E aggiunge che “negli ultimi cinque anni in vista della scadenza nell’aprile 2010 del periodo di revisione quarantennale obbligatoria (…) il concessionario avrebbe tralasciato ogni forma di manutenzione dell’impianto, finanche negli intonaci e nelle tinteggiature degli immobili. (…) Neppure i piloni di sostegno sarebbero stati verniciati a regola d’arte”.
Dell’esposto di Macrì non si parla più fino a quando viene “riesumato” pochi giorni dopo il tragico schianto della cabina numero 3, costato la vita a 14 persone. Il 3 giugno del 2021, infatti, dieci giorni dopo l’incidente, la sezione di polizia giudiziaria di Verbania invia alla Procura di Torino una richiesta di informazioni sull’esposto. Richiesta a cui Torino risponde il 7 giugno, allegando il testo dell’esposto (si tratta in realtà di due distinti documenti, uno datato 30 novembre e l’altro 21 dicembre 2015) e specificando che il procedimento si trova in fase di indagini preliminari. I documenti sono ora parte integrante del fascicolo processuale, appena rilasciato alle parti dopo l’avviso di conclusione delle indagini.