Cronaca dal Nord Ovest - 25 agosto 2019, 14:00

Notizie dal Piemonte. Il Po è una discarica a cielo aperto: un tappeto di plastica inquina le acque del fiume

Una bottiglia di coca cola. Una lattina di birra vuota. Una sedia di plastica, decine di accendini e un profilattico usato. La descrizione che dovrebbe appartenere a una discarica è invece la fotografia che proviene dal fiume Po.

All’altezza del centro cittadino, proprio davanti ai Murazzi, le acque del fiume sono diventate una discarica a cielo aperto dove osservando bene è possibile trovare ogni tipo di rifiuto: dalle bottiglie ai bicchieri utilizzati nelle sere della movida, passando per scarpe o addirittura delle sedie, lo spettacolo che si presenta agli occhi dei torinesi che passeggiano lungo i Murazzi del Po intitolati a Gipo Farassino e Fred Buscaglione è desolante. Chissà cosa direbbero i due cantautori torinesi se potessero vedere con i propri occhi uno dei simboli di Torino, il Po, in queste condizioni. A dominare è soprattutto la plastica che, come noto, è tra i rifiuti più difficili da smaltire. In pratica, se non rimossi, gli oggetti abbandonati in acqua potrebbero rimanere lì per centinaia di anni.

La situazione è terribile e complessa da risolvere, perché causata da più problemi. Una delle cause principali è ovviamente l’inciviltà di molte persone: chiunque, anche con leggerezza, butti in acqua un rifiuto arreca un danno gravissimo all’ambiente. La pulizia sempre più rara del fiume e delle rive, abbinata a una corrente sempre più lenta e alla presenza delle alghe autoctone, fanno il resto. Il risultato è un fiume Po sporco, più simile a un tappeto di plastica, soprattutto nei pressi del centro di Torino. Non è quindi utopia vedere una papera nuotare in mezzo a tappi di bottiglia o un volatile riposarsi su una piccola isola di plastica.

Senso civico e rispetto da parte dei cittadini, una maggiore cura da parte dell’amministrazione: solo così il Po tornerà a essere il meraviglioso fiume che potevamo ammirare anni fa” commentano speranzosi alcuni residenti di lungo Po Armando Diaz.

Dal nostro corrispondente a Torino